Pagina facebook
NihilScio         Home
 

Educational search engine
©2009-2017

Verbi e vocaboli Spagnolo

Italiano

Inglese

á     é     è     ì     í     ò
ó     ù     ú     ü     ñ     ç
Latin version Latino

sinonimi di gobernar
Cerca  frasi:
Italiano
Vocabolario e frasi
governare
= verbo trans.avere la direzione politica e amministrativa di uno stato <
---------------
Tra i ringraziamenti , Renzo tentò pure di fargli ricevere qualche danaro ; ma quello , al pari del barcaiolo , aveva in mira un'altra ricompensa , più lontana , ma più abbondante: ritirò le mani , anche lui , e , come fuggendo , corse a governare la sua bestia .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Attento e infaticabile a disporre e a governare , dove riteneva che fosse suo dovere il farlo , sfuggì sempre d'impicciarsi negli affari altrui ; anzi si scusava a tutto potere dall'ingerirvisi ricercato: discrezione e ritegno non comune , come ognuno sa , negli uomini zelatori del bene , qual era Federigo .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Gli disse in succinto di che si trattava ; e se saprebbe trovar subito una buona donna che volesse andare in una lettiga al castello , a prender Lucia: una donna di cuore e di testa , da sapersi ben governare in una spedizione così nuova , e usar le maniere più a proposito , trovar le parole più adattate , a rincorare , a tranquillizzare quella poverina , a cui , dopo tante angosce , e in tanto turbamento , la liberazione stessa poteva metter nell'animo una nuova confusione .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Era quest'uomo , come già s'è detto , il celebre Ambrogio Spinola , mandato per raddirizzar quella guerra e riparare agli errori di don Gonzalo , e incidentemente , a governare ; e noi pure possiamo qui incidentemente rammentar che morì dopo pochi mesi , in quella stessa guerra che gli stava tanto a cuore ; e morì , non già di ferite sul campo , ma in letto , d'affanno e di struggimento , per rimproveri , torti , disgusti d'ogni specie ricevuti da quelli a cui serviva .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Il tribunale e i decurioni , non sapendo dove battere il capo , pensaron di rivolgersi ai cappuccini , e supplicarono il padre commissario della provincia , il quale faceva le veci del provinciale , morto poco prima , acciò volesse dar loro de' soggetti abili a governare quel regno desolato .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
I primi erano addetti ai servizi più penosi e pericolosi della pestilenza: levar dalle case , dalle strade , dal lazzeretto , i cadaveri ; condurli sui carri alle fosse , e sotterrarli ; portare o guidare al lazzeretto gl'infermi , e governarli ; bruciare , purgare la roba infetta e sospetta .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Il bello era a sentirlo raccontare le sue avventure: e finiva sempre col dire le gran cose che ci aveva imparate , per governarsi meglio in avvenire .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Ma far la roba è niente: a governarla ti voglio! E dunque gli ulivi si governano ogni tre anni con tre o quattro corbelli di sugo sostanzioso, pecorino? Sí? davvero? Oh che piacere! E gli sorrisi anche quando in cantina, con un'aria da Carlomagno, mi mostrò quattro lunghe andane di botti, e anche lí mi spiegò come valga piú saper governare il tino che la botte e com'egli facesse piú colorito il vino e come gli accrescesse forza e corpo mescolandovi certe qualità d'uve scelte, spicciolate, ammostate da sé, senza mai erbe, mai foglie di sambuco o di tiglio, mai tannino o gesso o catrame.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
«Mi sono sempre sentita diversa e staccata da te», riprese Luisa, «nel sentimento che deve governare tutti gli altri. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
* Straziato da questo esilio, ch'era d'un passo e infinito, dalla sua stessa vita, la quale, ecco, viveva là, fuori di lui, innanzi a lui, e lo lasciava spettatore inerte della sua propria miseria, della sua nullità adesso, Giustino ebbe un impeto d'orgoglio e pensò che - sì - seguitava ad andare da sé l'opera sua; ma come? non certo come se ci fosse lui ancora, a dirigerla, a sorvegliarla, a governarla, a sorreggerla da tutte le parti! Davvicino avrebbe voluto vedere com'essa seguitava ad andare senza di lui! Che preparazione aveva avuto quella prima del nuovo dramma? Appena appena ne avevano parlato i giornali della sera avanti e della mattina... ( Pirandello - Il fu Mattia Pascal )<>
---------------
* Mi son riallacciato ai miei progenitori contadini , ai buoni villani plebei che governaron le vacche e segarono il grano da queste parti . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
autogovernarsi
= verbo rifl. governare sè stesso<>
---------------
autonomia
= il governarsi da sè , sulla base di leggi proprie , liberamente sancite<>
---------------
balire
= verbo trans. reggere , governare balire la spada , saperla maneggiare.
---------------
buongoverno
= o buon governo , modo di governare onesto ed efficientenome di alcune magistrature medievali.
---------------
governabile
= che si può governare <>
---------------
governamento
= il governare , l'essere governato <>
---------------
governante
= part. pres. di governare , che , colui che governa <>
---------------
governatura
= l'operazione del governare gli animali , i terreni o il vino. <>
---------------
governo
= il governare , l'essere governato <>
---------------
nautica
= il complesso delle cognizioni tecniche e pratiche necessarie per governare e condurre una nave <>
---------------
seghetta
= sega - laminetta metallica a bordo dentellato usata per incidere il collo delle fialette di vetro , anello metallico , seghettato all'interno , che si mette nella parte anteriore del muso degli animali da tiro per governarli . <>
---------------
sgovernare
= verbo transitivo governare male . <>
---------------
sgoverno
= il governare male , <>
---------------
straorzare
= verbo intransitivo detto di nave a vela , venire violentemente all'orza , cioè volgere con violenza la prua verso la direzione dalla quale spira il vento -
= verbo transitivo governare una nave a vela in modo che la prua vada decisamente all'orza . <>
---------------
strapoggiare o strapuggiare ,
= verbo intransitivo detto di nave a vela , venire violentemente alla poggia , cioè portare decisamente la prora lontano dalla direzione del vento -
= verbo transitivo governare una nave a vela in modo che la prora vada decisamente alla poggia . <>
---------------
Spagnolo
Vocabolario e frasi
* Decíale, entre otras cosas, don Quijote, que se dispusiese a ir con él de buena gana, porque tal vez le podía suceder aventura que ganase, en quítame allá esas pajas, alguna ínsula, y le dejase a él por gobernador de ella.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Iba Sancho Panza sobre su jumento como un patriarca, con sus alforjas y su bota y con mucho deseo de verse ya gobernador de la ínsula que su amo le había prometido.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Dijo en esto Sancho Panza a su amo: —Mire vuestra merced, señor caballero andante, que no se le olvide lo que de la ínsula me tiene prometido, que yo la sabré gobernar por grande que sea( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo cual le respondió don Quijote: —Has de saber, amigo Sancho Panza, que fue costumbre muy usada de los caballeros andantes antiguos hacer gobernadores a sus escuderos de las ínsulas o reinos que ganaban, y yo tengo determinado de que por mí no falte tan agradecida usanza, antes pienso aventajarme en ella; porque ellos algunas veces, y quizá las más, esperaban a que sus escuderos fuesen viejos, y ya, después de hartos de seguir y de llevar malos días y peores noches, les daban algún título de conde, o, por lo mucho, de marqués, de algún valle o provincia de poco más a menos; pero si tú vives y yo vivo, bien podría ser que antes de seis días ganase yo tal reino que tuviese otros, a él adherentes, que viniesen de molde para coronarte por rey de uno de ellos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De lo que más le avino a don Quijote con el vizcaíno y del peligro en que se vio con una turba de yangüeses Ya en este tiempo se había levantado Sancho Panza, algo maltratado de los mozos de los frailes, y había estado atento a la batalla de su señor don Quijote, y rogaba a Dios en su corazón fuese servido de darle victoria, y que en ella ganase alguna ínsula de donde le hiciese gobernador, como se lo había prometido.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Viendo, pues, ya acabada la pendencia y que su amo volvía a subir sobre Rocinante, llegó a tenerle el estribo y antes que subiese se hincó de rodillas delante de él, y, asiéndole de la mano, se la besó y le dijo: —Sea vuestra merced servido, señor don Quijote mío, de darme el gobierno de la ínsula que en esta rigurosa pendencia se ha ganado; que, por grande que sea, yo me siento con fuerzas de saberla gobernar, tal y tan bien como otro que haya gobernado ínsulas en el mundo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Tened paciencia, que aventuras se ofrecerán donde no solamente os pueda hacer gobernador, sino más adelante( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y así, es menester que el nuevo posesor tenga entendimiento para saberse gobernar, y valor para ofender y defenderse en cualquiera acontecimiento( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Afligiose Camila, como mujer discreta y honrada, de la orden que su marido le dejaba, y díjole que advirtiese que no estaba bien que nadie, él ausente, ocupase la silla de su mesa, y que, si lo hacía por no tener confianza que ella sabría gobernar su casa, que probase por aquella vez y vería por experiencia cómo para mayores cuidados era bastante.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todo esto ha dicho una criada de Camila, que anoche la halló el gobernador descolgándose con una sabana por las ventanas de la casa de Anselmo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¿Sábese, por ventura —dijo Anselmo—, el camino que llevan Lotario y Camila? —Ni por pienso —dijo el ciudadano—, puesto que el gobernador ha usado de mucha diligencia en buscarlos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Por este camino que he pintado, áspero y dificultoso, tropezando aquí, cayendo allí, levantándose acullá, tornando a caer acá, llegan al grado que desean, el cual alcanzado, a muchos hemos visto que, habiendo pasado por estas Sirtes y por estas Scilas y Caribdis, como llevados en vuelo de la favorable fortuna, digo que los hemos visto mandar y gobernar el mundo desde una silla, trocada su hambre en hartura, su frío en refrigerio, su desnudez en galas y su dormir en una estera en reposar en holandas y damascos, premio justamente merecido de su virtud; pero contrapuestos y comparados sus trabajos con los del mílite guerrero, se quedan muy atrás en todo, como ahora diré( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De mis hijos y de mi mujer me pesa, pues cuando podían y debían esperar ver entrar a su padre por sus puertas hecho gobernador o visorrey de alguna ínsula o reino, le verán entrar hecho mozo de caballos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Yo no estoy preñado de nadie —respondió Sancho—, ni soy hombre que me dejaría empreñar del rey que fuese, y, aunque pobre, soy cristiano viejo y no debo nada a nadie; y si ínsulas deseo, otros desean otras cosas peores, y cada uno es hijo de sus obras, y debajo de ser hombre, puedo venir a ser papa, cuanto más gobernador de una ínsula, y más pudiendo ganar tantas mi señor, que le falte a quien dallas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Por esto querría que la fortuna me ofreciese presto alguna ocasión, donde me hiciese emperador, por mostrar mi pecho, haciendo bien a mis amigos, especialmente a este pobre de Sancho Panza, mi escudero, que es el mejor hombre del mundo, y querría darle un condado que le tengo muchos días ha prometido, sino que temo que no ha de tener habilidad para gobernar su estado( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Casi estas últimas palabras oyó Sancho a su amo, a quien dijo: —Trabaje vuestra merced, señor don Quijote, en darme ese condado, tan prometido de vuestra merced como de mí esperado; que yo le prometo que no me falte a mí habilidad para gobernarle, y, cuando me faltare, yo he oído decir que hay hombres en el mundo que toman en arrendamiento los estados de los señores y les dan un tanto cada año; y ellos se tienen cuidado del gobierno, y el señor se está a pierna tendida, gozando de la renta que le dan, sin curarse de otra cosa; y así haré yo, y no repararé en tanto más cuanto, sino que luego me desistiré de todo, y me gozaré mi renta como un duque; y allá se lo hayan( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —En casa os las mostraré, mujer —dijo Panza—, y por agora estad contenta, que, siendo Dios servido de que otra vez salgamos en viaje a buscar aventuras, vos me veréis presto conde o gobernador de una ínsula, y no de las de por ahí, sino la mejor que pueda hallarse( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Malas ínsulas te ahoguen —respondió la sobrina—, Sancho maldito, y ¿qué son ínsulas? ¿Es alguna cosa de comer, golosazo, comilón, que tú eres? —No es de comer —replicó Sancho—, sino de gobernar y regir mejor que cuatro ciudades y que cuatro alcaldes de corte( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Con todo eso —dijo el ama—, no entraréis acá, saco de maldades y costal de malicias; id a gobernar vuestra casa y a labrar vuestros pegujares, y dejaos de pretender ínsulas ni ínsulos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Aún hay sol en las bardas —dijo don Quijote—, y mientras más fuere entrando en edad Sancho, con la esperiencia que dan los años, estará más idóneo y más hábil para ser gobernador, que no está agora( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Por Dios, señor —dijo Sancho—, la isla que yo no gobernase con los años que tengo, no la gobernaré con los años de Matusalén; el daño está en que la dicha ínsula se entretiene, no sé dónde, y no en faltarme a mi el caletre para gobernarla( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es verdad —dijo Sansón—, que si Dios quiere, no le faltarán a Sancho mil islas que gobernar, cuanto más una( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Esos no son gobernadores de ínsulas —replicó Sansón—, sino de otros gobiernos más manuales; que los que gobiernan ínsulas, por lo menos, han de saber gramática( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo, señor Sansón, no pienso granjear fama de valiente, sino del mejor y más leal escudero que jamás sirvió a caballero andante; y si mi señor don Quijote, obligado de mis muchos y buenos servicios, quisiere darme alguna ínsula de las muchas que su merced dice que se ha de topar por ahí, recibiré mucha merced en ello; y cuando no me la diere, nacido soy, y no ha de vivir el hombre en hoto de otro, sino de Dios, y más, que tan bien, y aun quizá mejor, me sabrá el pan desgobernado que siendo gobernador.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Tanto es lo de más como lo de menos —respondió Sancho—; aunque sé decir al señor Carrasco, que no echará mi señor el reino que me diera en saco roto; que yo he tomado el pulso a mí mismo, y me hallo con salud para regir reinos y gobernar ínsulas, y esto ya otras veces lo he dicho a mi señor( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Mirad, Sancho —dijo Sansón—, que los oficios mudan las costumbres, y podría ser que, viéndoos gobernador, no conociésedes a la madre que os parió( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Yo os digo, mujer —respondió Sancho—, que si no pensase antes de mucho tiempo verme gobernador de una ínsula, aquí me caería muerto( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero allá van reyes do quieren leyes, y con este nombre me contento, sin que me le pongan un don encima que pese tanto, que no le pueda llevar, y no quiero dar que decir a los que me vieren andar vestida a lo condesil o a lo de gobernadora, que luego dirán.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —En teniendo gobierno —dijo Sancho—, enviaré por él por la posta, y te enviaré dineros que no me faltarán, pues nunca falta quien se los preste a los gobernadores cuando no los tienen, y vístele de modo que disimule lo que es y parezca lo que ha de ser( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Si no, dígame vuesa merced, ¿por cuál de las mentecaterías que en mí ha visto me condena y vitupera y me manda que me vaya a mi casa a tener cuenta en el gobierno della y de mi mujer y de mis hijos, sin saber si la tengo o los tengo? ¿No hay más sino a troche moche entrarse por las casas ajenas a gobernar sus dueños, y, habiéndose criado algunos en la estrecheza de algún pupilaje, sin haber visto más mundo que el que puede contenerse en veinte o treinta leguas de distrito, meterse de rondón a dar leyes a la caballería y a juzgar de los caballeros andantes? ¿Por ventura es asumpto vano o es tiempo mal gastado el que se gasta en vagar por el mundo, no buscando los regalos dél, sino las asperezas por donde los buenos suben al asiento de la inmortalidad? Si me tuvieran por tonto los caballeros, los magníficos, los generosos, los altamente nacidos, tuviéralo por afrenta inreparable, pero de que me tengan por sandio los estudiantes, que nunca entraron ni pisaron las sendas de la caballería, no se me da un ardite: caballero soy y caballero he de morir si place al Altísimo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Bien, por Dios —dijo Sancho—; no diga más vuestra merced, señor y amo mío, en su abono, porque no hay más que decir, ni más que pensar, ni más que perseverar en el mundo; y más, que negando este señor, como ha negado, que no ha habido en el mundo ni los hay caballeros andantes, ¿qué mucho que no sepa ninguna de las cosas que ha dicho? —Por ventura —dijo el eclesiástico—, ¿sois vos, hermano, aquel Sancho Panza que dicen, a quien vuestro amo tiene prometida una ínsula? —Si soy, respondió Sancho—, y soy quien la merece también como otro cualquiera; soy quien «júntate a los buenos y serás uno dellos», y soy yo de aquellos «no con quien naces sino con quien paces», y de los «quien a buen árbol se arrima buena sombra le cobija»; yo me he arrimado a buen señor y ha muchos meses que ando en su compañía y he de ser otro como él, Dios queriendo; y viva él y viva yo, que ni a él le faltarán imperios que mandar ni a mí ínsulas que gobernar( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es —respondió don Quijote—, y la causa es que el que no puede ser 519 173 Aquí comienza el episodio de Sancho como gobernador de la ínsula Barataria( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Finalmente, yo no le trocaría con otro escudero, aunque me diesen de añadidura una ciudad; y, así, estoy en duda si será bien enviarle al gobierno de quien vuestra grandeza le ha hecho merced, aunque veo en él una cierta aptitud para esto de gobernar, que atusándole tantico el entendimiento, se saldría con cualquiera gobierno como el rey con sus alcabalas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y más que ya por muchas experiencias sabemos que no es menester ni mucha habilidad ni muchas letras para ser uno gobernador, pues hay por ahí ciento que apenas saben leer y gobiernan como unos girifaltes; el toque está en que tengan buena intención y deseen acertar en todo, que nunca les faltará quien les aconseje y encamine en lo que han de hacer, como los gobernadores caballeros y no letrados, que sentencian con asesor( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Aconsejaríale yo que ni tome cohecho, ni pierda derecho, y otras cosillas que me quedan en el estomago, que saldrán a su tiempo para utilidad de Sancho, y provecho de la ínsula que gobernare( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿Qué es esto? ¿Qué queréis a ese buen hombre? ¿Cómo y no consideráis que está electo gobernador? A lo que respondió el pícaro barbero: —No quiere este señor dejarse lavar como es usanza como se la lavó el duque mi señor y el señor su amo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De la sabrosa plática que la duquesa y sus doncellas pasaron con Sancho Panza, digna de que se lea y de que se note Cuenta, pues, la historia, que Sancho no durmió aquella siesta, sino que, por cumplir su palabra, vino en comiendo a ver a la duquesa; la cual, con el gusto que tenía de oírle, le hizo sentar junto a sí en una silla baja, aunque Sancho, de puro bien criado, no quería sentarse; pero la duquesa le dijo que se sentase como gobernador y hablase como escudero, puesto que por entrambas cosas merecía el mismo escaño del Cid Ruy Díaz Campeador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Encogió Sancho los hombros, obedeció y sentose, y todas las doncellas y dueñas de la duquesa la rodearon atentas, con grandísimo silencio, a escuchar lo que diría; pero la duquesa fue la que habló primero, diciendo: —Ahora que estamos solos, y que aquí no nos oye nadie, querría yo que el señor gobernador me asolviese ciertas dudas que tengo, nacidas de la historia que del gran don Quijote anda ya impresa, una de las cuales dudas es que, pues el buen Sancho nunca vio a Dulcinea, digo a la señora Dulcinea del Toboso, ni le llevó la carta del señor don Quijote porque se quedó en el libro de memoria en Sierra Morena, cómo se atrevió a fingir la respuesta y aquello de que la halló ahechando trigo, siendo todo burla y mentira, y tan en daño de la buena opinión de la sin par Dulcinea, y todas que no vienen bien con la calidad y fidelidad de los buenos escuderos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Rogole la duquesa que le contase aquel encantamento o burla, y Sancho se lo contó todo del mesmo modo que había pasado, de que no poco gusto recibieron los oyentes; y, prosiguiendo en su plática, dijo la duquesa: —De lo que el buen Sancho me ha contado me anda brincando un escrúpulo en el alma, y un cierto susurro llega a mis oídos, que me dice: pues don Quijote de la Mancha es loco, menguado y mentecato, y Sancho Panza su escudero lo conoce, y, con todo eso, le sirve y le sigue y va atenido a las vanas promesas suyas, sin duda alguna debe de ser él más loco y tonto que su amo; y, siendo esto así, como lo es, mal contado te será, señora duquesa, si al tal Sancho Panza le das ínsula que gobierne, porque el que no sabe gobernarse a sí, ¿cómo sabrá gobernar a otros? —Par Dios, señora —dijo Sancho—, que ese escrúpulo viene con parto derecho; pero dígale vuesa merced que hable claro, o como quisiere, que yo conozco que dice verdad; que, si yo fuera discreto, días ha que había de haber dejado a mi amo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y si vuestra altanería no quisiere que se me dé el prometido gobierno, de menos 527 528me hizo Dios, y podría ser que el no dármele redundase en pro de mi conciencia; que, maguera tonto, se me entiende aquel refrán de por su mal le nacieron alas a la hormiga; y aun podría ser que se fuese más aína Sancho escudero al cielo que no Sancho gobernador.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Eso de gobernarlos bien —respondió Sancho—, no hay para qué encargármelo, porque yo soy caritativo de mío y tengo compasión de los pobres, y a quien cuece y amasa no le hurtes hogaza; y para mi santiguada que no me han de echar dado falso; soy perro viejo y entiendo todo tus, tus, y sé despabilarme a sus tiempos, y no consiento que me anden musarañas ante los ojos, porque sé dónde me aprieta el zapato; dígolo, porque los buenos tendrán conmigo mano y concavidad y los malos, ni pie ni entrada.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y paréceme a mí que en esto de los gobiernos todo es comenzar, y podría ser que a quince días de gobernador me comiese las manos tras el oficio y supiese más dél que de la labor del campo en que me he criado( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* No, sino ándense a cada triquete conmigo a dime y direte, «Sancho lo dijo, Sancho lo hizo, Sancho tornó y Sancho volvió», como si 529 530Sancho fuese algún quienquiera, y no fuese el mismo Sancho Panza, el que anda ya en libros por ese mundo adelante, según me dijo Sansón Carrasco, que, por lo menos, es persona bachillerada por Salamanca; y los tales no pueden mentir, si no es cuando se les antoja o les viene muy a cuento; así que no hay para qué nadie se tome conmigo, y pues que tengo buena fama y, según oí decir a mi señor, que más vale el buen nombre que las muchas riquezas, encájenme ese gobierno y verán maravillas; que quien ha sido buen escudero será buen gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Así que, ¡oh Sancho!, mudad de opinión, y, cuando seáis gobernador, ocupaos en la caza y veréis como os vale un pan por ciento( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Eso no —respondió Sancho—; el buen gobernador la pierna quebrada y en casa; bueno sería que viniesen los negociantes a buscarle fatigados y él estuviese en el monte holgándose; así enhoramala andaría el gobierno.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Mía fe, señor, la caza y los pasatiempos más han de ser para los holgazanes que para los gobernadores; en lo que yo pienso entretenerme es en jugar al triunfo envidado las pascuas, y a los bolos los domingos y fiestas; que esas cazas ni cazos no dicen con mi condición ni hacen con mi conciencia( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Haya lo que hubiere —replicó Sancho—, que al buen pagador no le duelen prendas, y más vale al que Dios ayuda, que al que mucho madruga, y tripas llevan pies, que no pies a tripas; quiero decir que, si Dios me ayuda y yo hago lo que debo con buena intención, sin duda que gobernaré mejor que un gerifalte; no sino pónganme el dedo en la boca, y verán si aprieto o no( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿Por ventura son mis carnes de bronce?, ¿o vame a mí algo en que se desencante o no? ¿Qué canasta de ropa blanca, de camisas, de tocadores y de escarpines, anque no los gasto, trae delante de sí para ablandarme, sino un vituperio y otro, sabiendo aquel refrán que dicen por ahí que un asno cargado de oro sube ligero por una montaña, y que dadivas quebrantan peñas, y a Dios rogando y con el mazo dando, y que más vale un toma que dos te daré? Pues el señor, mi amo, que había de traerme la mano por el cerro y halagarme para que yo me hiciese de lana y de algodón cardado, dice que si me coge me amarrará desnudo a un árbol y me doblará la parada de los azotes; y habían de considerar estos lastimados señores que no solamente piden que se azote un escudero, sino un gobernador; como quien dice: bebe con guindas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Bueno sería que yo enviase a mis insulanos un gobernador cruel, de entrañas pedernalinas, que no se doblega a las lágrimas de las afligidas doncellas ni a los ruegos de discretos, imperiosos y antiguos encantadores y sabios.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En resolución, Sancho: o vos habéis de ser azotado, o os han de azotar, o no habéis de ser gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que dijo Sancho: —Sepa vuestra alteza, señora mía de mi ánima, que yo tengo escrita una carta a mi mujer Teresa Panza, dándole cuenta de todo lo que me ha sucedido después que me aparté della; aquí la tengo en el seno, que no le falta más de ponerle el sobreescrito; querría que vuestra discreción la leyese, porque me parece que va conforme a lo de gobernador, digo al modo que deben de escribir los gobernadores( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Mujer de un gobernador eres, ¡mira si te roerá nadie los zancajos! Ahí te envío un vestido verde de cazador que me dio mi señora la duquesa; acomódale en modo que sirva de saya y cuerpos a nuestra hija( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De aquí a pocos días me partiré al gobierno, adonde voy con grandísimo deseo de hacer dineros, porque me han dicho que todos los gobernadores nuevos van con este mesmo deseo; tomarele el pulso y avisarete si has de venir a estar conmigo o no.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Tu marido el gobernador, SANCHO PANZA( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En acabando la duquesa de leer la carta, dijo a Sancho: —En dos cosas anda un poco descaminado el buen gobernador: la una, en decir o dar a entender que este gobierno se le han dado por los azotes que se ha de dar, sabiendo él, que no lo puede negar, que, cuando el duque mi señor se le prometió, no se soñaba haber azotes en el mundo; la otra es que se muestra en ella muy codicioso, y no querría que orégano fuese, porque la codicia rompe el saco, y el gobernador codicioso hace la justicia desgobernada( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que Sancho respondió: —Después que tengo humos de gobernador se me han quitado los váguidos de escudero y no se me da por cuantas dueñas hay un cabrahígo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y ¿qué dirán mis insulanos cuando sepan que su gobernador se anda paseando por los vientos? Y otra cosa más: que habiendo tres mil y tantas leguas de aquí a Candaya, si el caballo se cansa, o el gigante se enoja, tardaremos en dar la vuelta media docena de años, y ya ni habrá ínsula, ni ínsulos en el mundo que me conozcan; y pues se dice comúnmente que en la tardanza va el peligro y que cuando te dieren la vaquilla acudas con la soguilla, perdónenme las barbas de estas señoras, que bien se está San Pedro en Roma; quiero decir que bien me estoy en esta casa, donde tanta merced se me hace, y de cuyo dueño tan gran bien espero, como es verme gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que el duque dijo: —Sancho amigo, la ínsula que yo os he prometido no es movible ni fugitiva; raíces tiene tan hondas echadas en los abismos de la tierra que no la arrancarán ni mudarán de donde está a tres tirones; y pues vos sabéis que sé yo que no hay ningún género de oficio destos de mayor cantía que no se granjee con alguna suerte de cohecho, cuál más, cuál menos, el que yo quiero llevar por este gobierno es que vais con vuestro señor don Quijote a dar cima y cabo a esta memorable aventura; que ahora volváis sobre Clavileño con la brevedad que su ligereza promete, ora la contraria fortuna os traiga y vuelva a pie, hecho romero, de mesón en mesón, y de venta en venta, siempre que volviéredes hallaréis vuestra ínsula donde la dejáis y a vuestros insulanos con el mesmo deseo de recebiros por su gobernador que siempre han tenido, y mi voluntad será la mesma, y no pongáis duda en esta verdad, señor Sancho; que sería hacer notorio agravio al deseo que de serviros tengo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De los consejos que dio don Quijote a Sancho Panza antes que fuese a gobernar la ínsula, con otras cosas bien consideradas Con el felice y gracioso suceso de la aventura de la Dolorida quedaron tan contentos los duques, que determinaron pasar con las burlas adelante, viendo el acomodado sujeto que tenían para que se tuviesen por veras; y así, habiendo dado la traza y ordenes que sus criados y sus vasallos habían de guardar con Sancho en el gobierno de la ínsula prometida, otro día, que fue el que sucedió al vuelo de Clavileño, dijo el duque a Sancho que se adeliñase y compusiese para ir a ser gobernador; que ya sus insulanos le estaban esperando como el agua de mayo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sancho se le humilló, y le dijo: —Después que bajé del cielo, y después que desde su alta cumbre miré la tierra y la vi tan pequeña, se templó en parte en mí la gana que tenía tan grande de ser gobernador, porque ¿qué grandeza es mandar en un grano de mostaza, o qué dignidad o imperio el gobernar a media docena de hombres tamaños como avellanas, que, a mi parecer, no había más en toda la tierra? Si vuestra señoría fuese servido de darme una tantica parte del cielo, aunque no fuese más de media legua, la tomaría de mejor gana que la mayor ínsula del mundo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Ahora bien —respondió Sancho—, venga esa ínsula; que yo pugnaré por ser tal gobernador, que, a pesar de bellacos, me vaya al cielo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y esto no es por codicia que yo tenga de salir de mis casillas, ni de levantarme a mayores, sino por el deseo que tengo de probar a qué sabe el ser gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Con vos me entierren, Sancho, que sabéis de todo —respondió el duque—; y yo espero que seréis tal gobernador como vuestro juicio promete( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Letras —respondió Sancho—, pocas tengo, porque aún no sé el A, B, C; pero bástame tener el Christus118811 en la memoria para ser buen gobernador.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Tú, que para mí, sin duda alguna, eres un porro, sin madrugar ni trasnochar y sin hacer diligencia alguna, con solo el aliento que te ha tocado de la andante caballería, sin más ni más te vees gobernador de una ínsula como quien no dice nada.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Si trujeres a tu mujer contigo (porque no es bien que los que asisten a gobiernos de mucho tiempo estén sin las propias), enséñala, doctrínala y desbástala de su natural rudeza, porque todo lo que suele adquirir un gobernador discreto, suele perder y derramar una mujer rústica y tonta.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Prosiguio, pues, don Quijote, y dijo: —En lo que toca a cómo has de gobernar tu persona y casa, Sancho, lo primero que te encargo es que seas limpio, y que te cortes las uñas, sin dejarlas crecer como algunos hacen, a quien su ignorancia les ha dado a entender que las uñas largas les hermosean las manos, como si aquel escremento y añadidura que se dejan de cortar fuese uña, siendo antes garras de cernícalo lagartijero: puerco y extraordinario abuso.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Tu vestido será calza entera, ropilla larga, herreruelo un poco más largo; greguescos, ni por pienso; que no les están bien ni a los caballeros, ni a los gobernadores.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¡Ah, pecador de mí —respondió don Quijote—, y qué mal parece en los gobernadores el no saber leer ni escribir! Porque has de saber, oh Sancho, que no saber un hombre leer o ser zurdo arguye una de dos cosas: o que fue hijo de padres demasiado de humildes y bajos, o él tan travieso y malo, que no pudo entrar en él el buen uso ni la buena doctrina.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y siendo yo gobernador, que es más que ser alcalde, ¡llegaos, que la dejan ver! No sino popen y calóñenme; que vendrán por lana y volverán trasquilados; y a quien Dios quiere bien, la casa le sabe; y las necedades del rico por sentencias pasan en el mundo; y siéndolo yo, siendo gobernador y juntamente liberal, como lo pienso ser, no habrá falta que se me parezca.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¿Qué mejores —dijo Sancho—, que «entre dos muelas cordales nunca pongas tus pulgares», y «a idos de mi casa y ¿qué queréis con mi mujer? no hay responder», y «si da el cántaro en la piedra o la piedra en el cántaro, mal para el cántaro», todos los cuales vienen a pelo? Que nadie se tome con su gobernador ni con el que le manda, porque saldrá lastimado, como el que pone el dedo entre dos muelas cordales, y aunque no sean cordales, como sean muelas, no importa; y a lo que dijere el gobernador no hay que replicar, como al «salíos de mi casa, y ¿qué queréis con mi mujer?» Pues lo de la piedra en el 567 568cántaro, un ciego lo verá.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y dejemos esto aquí, Sancho; que si mal gobernares, tuya será la culpa, y mía la vergüenza; mas consuélome que he hecho lo que debía en aconsejarte con las veras y con la discreción a mí posible; con esto, salgo de mi obligación y de mi promesa.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Señor —replicó Sancho—, si a vuesa merced le parece que no soy de pro para este gobierno, desde aquí le suelto; que más quiero un solo negro de la uña de mi alma que a todo mi cuerpo, y así me sustentaré Sancho a secas con pan y cebolla como gobernador con perdices y capones; y más, que mientras se duerme, todos son iguales, los grandes y los menores, los pobres y los ricos, y si vuesa merced mira en ello, verá que sólo vuesa merced me ha puesto en esto de gobernar; que yo no sé más de gobiernos de ínsulas que un buitre y, si se imagina que por ser gobernador me ha de llevar el diablo, más me quiero ir Sancho al cielo que gobernador al infierno( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Por Dios, Sancho —dijo don Quijote—, que, por solas estas últimas razones que has dicho, juzgo que mereces ser gobernador de mil ínsulas; buen natural tienes, sin el cual no hay ciencia que valga; encomiéndate a Dios y procura no errar en la primera intención; quiero decir que siempre tengas intento y firme propósito de acertar en cuantos negocios te ocurrieren, porque siempre favorece el cielo los buenos deseos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Viva mil siglos la gran Dulcinea del Toboso y sea su nombre estendido por toda la redondez de la tierra, pues mereció ser amada de tan valiente y tan honesto caballero, y los benignos cielos infundan en el corazón de Sancho Panza, nuestro gobernador, un deseo de acabar presto sus diciplinas, para que vuelva a gozar el mundo de la belleza de tan gran señora( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De cómo el gran Sancho Panza tomó la posesión de su ínsula, y del modo que comenzó a gobernar ¡Oh perpetuo descubridor de los antípodas, hacha del mundo, ojo del cielo, meneo dulce de las cantimploras, Timbrio aquí, Febo allí, tirador acá, médico acullá, padre de la poesía, inventor de la música, tú que siempre sales y aunque lo parece, nunca te pones! ¡A ti digo, oh sol, con cuya ayuda el hombre engendra al hombre!: a ti digo que me favorezcas y alumbres la escuridad de mi ingenio, para que pueda discurrir por sus puntos en la narración del gobierno del gran Sancho Panza; que, sin ti, yo me siento tibio, desmazalado y confuso( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Al llegar a las puertas de la villa, que era cercada, salió el regimiento del pueblo a recebirle; tocaron las campanas y todos los vecinos dieron muestras de general alegría, y con mucha pompa le llevaron a la iglesia mayor a dar gracias a Dios, y luego, con algunas ridículas ceremonias, le entregaron las llaves del pueblo y le admitieron por perpetuo gobernador de la ínsula Barataria( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El traje, las barbas, la gordura y pequeñez del nuevo gobernador tenía admirada a toda la gente que el busilis del cuento no sabía, y aun a todos los que lo sabían, que eran muchos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Finalmente, en sacándole de la iglesia, le llevaron a la silla del juzgado y le sentaron en ella, y el mayordomo del duque le dijo: —Es costumbre antigua en esta ínsula, señor gobernador, que el que viene a tomar posesión desta famosa ínsula está obligado a responder a una pregunta que se le hiciere que sea algo intricada y dificultosa, de cuya respuesta el pueblo toma y toca el pulso del ingenio de su nuevo gobernador; y así, o se alegra o se entristece con su venida( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A este instante entraron en el juzgado dos hombres, el uno vestido de labrador y el otro de sastre, porque traía unas tijeras en la mano; y el sastre dijo: —Señor gobernador, yo y este hombre labrador venimos ante vuesa merced en razón que este buen hombre llegó a mi tienda ayer (que yo, con perdón de los presentes, soy sastre examinado, que Dios sea bendito), y, poniéndome un pedazo de paño en las manos, me preguntó: «Señor, ¿habría en este paño harto para hacerme una caperuza?» Yo, tanteando el paño, le respondí que sí; él debiose de imaginar, a lo que yo imagino, e imaginé bien, que sin duda yo le quería hurtar alguna parte del paño, fundándose en su malicia y en la mala opinión de los sastres; y replicome que mirase si habría para dos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Si la sentencia pasada1188 66 de la bolsa del ganadero movió a admiración a los circunstantes, esta les provocó a risa; pero, en fin, se hizo lo que mandó el gobernador; ante el cual se presentaron dos hombres ancianos, el uno traía una cañaheja por báculo, y el sin báculo dijo: 186 Debe entenderse pasada después, porque es el pleito que se cuenta más adelante( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Bajó el gobernador la vara, y, en tanto, el viejo del báculo dio el báculo al otro viejo, que se le tuviese en tanto que juraba, como si le embarazara mucho, y luego puso la mano en la cruz de la vara, diciendo que era verdad que se le habían prestado aquellos diez escudos que se le pedían, pero que él se los había vuelto de su mano a la suya, y que por no caer en ello se los volvía a pedir por momentos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Viendo lo cual el gran gobernador, preguntó al acreedor qué respondía a lo que decía su contrario; y dijo que sin duda alguna su deudor debía de decir verdad, porque le tenía por hombre de bien y buen cristiano, y que a él se le debía de haber olvidado el cómo y cuándo se los había vuelto, y que desde allí en adelante jamás le pidiría nada.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pues ¿vale esta cañaheja escudos de oro? —Sí —dijo el gobernador—, o si no, yo soy el mayor porro del mundo, y ahora se verá si tengo yo caletre para gobernar todo un reino( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Quedaron todos admirados, y tuvieron a su gobernador por un nuevo Salomón.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Luego acabado este pleito, entró en el juzgado una mujer, asida fuertemente de un hombre vestido de ganadero rico, la cual venía dando grandes voces diciendo: —¡Justicia, señor gobernador, justicia, y si no la hallo en la tierra, la iré a buscar al cielo! Señor gobernador de mi ánima, este mal hombre me ha cogido en la mitad dese campo y se ha aprovechado de mi cuerpo como si fuera trapo mal lavado y, desdichada de mí, me ha llevado lo que yo tenía guardado más de veinte y tres años ha, defendiéndolo de moros y cristianos, de naturales y estranjeros, y yo, siempre dura como un alcornoque, conservándome entera como la salamanquesa en el fuego, o como la lana entre las zarzas, para que este buen hombre llegase ahora con sus manos limpias a manosearme( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Entonces el gobernador le preguntó si traía consigo algún dinero en plata( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Él dijo que hasta veinte ducados tenía en el seno en una bolsa de cuero; mandó que la sacase y se la entregase así como estaba a la querellante; él lo hizo temblando, tomola la mujer, y, haciendo mil zalemas a todos, y, rogando a Dios por la vida y salud del señor gobernador que así miraba por las huérfanas menesterosas y doncellas; y, con esto, se salió del juzgado, llevando la bolsa asida con entrambas manos, aunque primero miró si era de plata la moneda que llevaba dentro( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todos los presentes estaban suspensos, esperando el fin de aquel pleito, y de allí a poco volvieron el hombre y la mujer, más asidos y aferrados que la vez primera, ella la saya levantada y en el regazo puesta la bolsa, y el hombre pugnando por quitársela, mas no era posible según la mujer la defendía, la cual daba voces diciendo: —¡Justicia de Dios, y del mundo! ¡Mire vuesa merced, señor gobernador, la poca vergüenza y el poco temor deste desalmado, que en mitad de poblado y en mitad de la calle me ha querido quitar la bolsa que vuesa merced mandó darme! —Y ¿háosla quitado? —preguntó el gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Entonces el gobernador dijo a la mujer: —Mostrad, honrada y valiente, esa bolsa( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Ella se la dio luego, y el gobernador se la volvió al hombre y dijo a la esforzada, y no forzada: —Hermana mía, si el mismo aliento y valor que habéis mostrado para defender esta bolsa le mostrárades, y aun la mitad menos, para defender vuestro cuerpo, las fuerzas de Hércules no os hicieran fuerza; andad con Dios y mucho de en hora mala, y no paréis en toda esta ínsula ni en seis leguas a la redonda so pena de docientos azotes.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¡Andad luego, digo, churrillera, desvergonzada y embaidora! Espantose la mujer y fuese cabizbaja y mal contenta, y el gobernador dijo al hombre: —Buen hombre, andad con Dios a vuestro lugar con vuestro dinero, y de aquí adelante, si no le queréis perder, procurad que no os venga en voluntad de yogar con nadie( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El hombre le dio las gracias lo peor que supo y fuese, y los circunstantes quedaron admirados de nuevo de los juicios y sentencias de su nuevo gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo cual respondió el de la vara: —No se ha de comer, señor gobernador, sino como es uso y costumbre en las otras ínsulas donde hay gobernadores.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo, señor, soy médico, y estoy asalariado en esta ínsula para serlo de los gobernadores della, y miro por su salud mucho más que por la mía, estudiando de noche y de día y tanteando la complexión del gobernador, para acertar a curarle cuando cayere enfermo; y lo principal que hago es asistir a sus comidas y cenas, y a dejarle comer de lo que me parece que le conviene, y a quitarle lo que imagino que le ha de hacer daño y ser nocivo al estomago; y, así, mandé quitar el plato de la fruta por ser demasiadamente húmeda, y el plato del otro manjar también le mande quitar por ser demasiadamente caliente y tener muchas especies, que acrecientan la sed; y el que mucho bebe mata y consume el húmedo radical donde consiste la vida( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que el médico respondió: —Esas no comerá el señor gobernador en tanto que yo tuviere vida( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Si eso es así —dijo Sancho—, vea el señor doctor de cuantos manjares hay en esta mesa cuál me hará más provecho y cuál menos daño, y déjeme comer dél sin que me le apalee; porque por vida del gobernador, y así Dios me le deje gozar, que me muero de hambre, y el negarme la comida, aunque le pese al señor doctor y él más me diga, antes será quitarme la vida que aumentármela( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Vuesa merced tiene razón, señor gobernador —respondió el médico—, y así es mi parecer que vuesa merced no coma de aquellos conejos guisados que allí están, porque es manjar peliagudo; de aquella ternera, si no fuera asada y en adobo, aún se pudiera probar, pero no hay para qué( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Allá las ollas podridas para los canónigos o para los retores de colegios o para las bodas labradorescas, y déjennos libres las mesas de los gobernadores donde ha de asistir todo primor y toda atildadura.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y la razón es porque siempre y a doquiera y de quienquiera son más estimadas las medicinas simples que las compuestas, porque en las simples no se puede errar y en las compuestas sí, alterando la cantidad de las cosas de que son compuestas; mas lo que yo sé que ha de comer el señor gobernador ahora para conservar su salud y corroborarla es un ciento de canutillos de suplicaciones y unas tajadicas subtiles de carne de membrillo, que le asienten él estomago y le ayuden a la digestión( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que él respondió: —Yo, señor gobernador, me llamo el doctor Pedro Recio de Agüero y soy natural de un lugar llamado Tirteafuera, que está entre Caracuel y Almodóvar del Campo, a la mano derecha, y tengo el grado de doctor por la universidad de Osuna118877( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Alborotose el doctor viendo tan colérico al gobernador y quiso hacer tirteafuera118899 de la sala, sino que en aquel instante sonó una corneta de posta en la calle y, asomándose el maestresala a la ventana, volvió diciendo: —Correo viene del duque mi señor; algún despacho debe de traer de importancia( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Entró el correo sudando y asustado y, sacando un pliego del seno, le puso en las manos del gobernador, y Sancho le puso en las del mayordomo, a quien mandó leyese el sobreescrito que decía así: «A don Sancho Panza, gobernador de la ínsula Barataria, en su propia mano, o en las de su secretario».( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El juicio de residencia era el que tenía que pasar el gobernador después de salir de su cargo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿Es posible que sean tan necios que no echen de ver que semejantes horas como estas no son en las que han de venir a negociar? ¿Por ventura los que gobernamos, los que somos jueces, no somos hombres de carne y de hueso y que es menester que nos dejen descansar el tiempo que la necesidad pide, sino que quieren que seamos hechos de piedra mármol? Por Dios y en mi conciencia que, si me dura el gobierno (que no durará según se me trasluce), que yo ponga en pretina a más de un negociante.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Lo primero que dijo fue: —¿Quién es aquí el señor gobernador? —¿Quién ha de ser —respondió el secretario—, sino el que está sentado en la silla? —Humíllome, pues, a su presencia —dijo el labrador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De los labios no tengo que decir porque son tan sutiles y delicados que, si se usara aspar labios, pudieran hacer dellos una madeja; pero como tienen diferente color de la que en los labios se usa comúnmente, parecen milagrosos, porque son jaspeados de azul y verde y aberenjenado; y perdóneme el señor gobernador, si por tan menudo voy pintando las partes de la que al fin al fin ha de ser mi hija; que la quiero bien y no me parece mal( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Querría, señor —respondió el labrador—, que vuesa merced me hiciese merced de darme una carta de favor para mi consuegro, suplicándole sea servido de que este casamiento se haga, pues no somos desiguales en los bienes de fortuna ni en los de la naturaleza; porque, para decir la verdad, señor gobernador, mi hijo es endemoniado, y no hay día que tres o cuatro veces no le atormenten los malignos espíritus; y de haber caído una vez en el fuego tiene el rostro arrugado como pergamino y los ojos algo llorosos y manantiales; pero tiene una condición de un ángel y, si no es que se aporrea y se da de puñadas él mesmo a sí mesmo, fuera un bendito( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y apenas dijo esto, cuando, levantándose en pie el gobernador, asió de la silla en que estaba sentado, y dijo: —¡Voto a tal, don patán rústico y mal mirado, que, si no os apartáis y ascondéis luego de mi presencia, que con esta silla os rompa y abra la cabeza! Hideputa bellaco, pintor del mesmo demonio, ¿y a estas horas te vienes a pedirme seiscientos ducados? Y ¿dónde los tengo yo, hediondo? Y ¿por qué te los había de dar, aunque los tuviera, socarrón y mentecato? Y ¿qué se me da a mí de Miguel Turra, ni de todo el linaje de los Perlerines? ¡Va de mí, digo; si no, por vida del duque mi señor que haga lo que tengo dicho! ¡Tú no debes de ser de Miguel Turra, sino algún socarrón que para tentarme te ha enviado aquí el infierno! Dime, desalmado, aun no ha día y medio que tengo el gobierno, y ¿ya quieres que tenga seiscientos ducados? Hizo de señas el maestresala al labrador que se saliese de la sala, el cual lo hizo cabizbajo, y, al parecer, temeroso de que el gobernador no ejecutase su cólera; que el bellacón supo hacer muy bien su oficio( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De lo que le sucedió a Sancho Panza rondando su ínsula Dejamos al gran gobernador enojado y mohíno con el labrador pintor y socarrón, el cual, industriado del mayordomo y el mayordomo del duque, se burlaban de Sancho; pero él se las tenía tiesas a todos, maguera tonto, bronco y rollizo, y dijo a los que con él estaban y al doctor Pedro Recio que, como se acabó el secreto de la carta del duque, había vuelto a entrar en la sala: —Ahora verdaderamente que entiendo que los jueces y gobernadores 593 192 Esas fuentes eran ciertas llagas hechas en las piernas adrede para descargar por ellas los malos humores( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Con esto quedó contento el gobernador y esperaba con grande ansia llegase la noche y la hora de cenar y, aunque el tiempo, al parecer suyo, se estaba quedo sin moverse de un lugar, todavía se llegó por él el tanto deseado, donde le dieron de cenar un salpicón de vaca con cebolla y unas manos cocidas de ternera algo entrada en días( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo gobernaré esta ínsula sin perdonar derecho ni llevar cohecho, y todo el mundo traiga el ojo alerta y mire por el virote, porque les hago saber que el diablo está en Cantillana, y que si me dan ocasión, han de ver maravillas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¡No sino haceos miel, y comeros han moscas! —Por cierto, señor gobernador —dijo el maestresala—, que vuesa merced tiene mucha razón en cuanto ha dicho, y que yo ofrezco, en nombre de todos los insulanos desta ínsula, que han de servir a vuesa merced con toda puntualidad, amor y benevolencia, porque el suave modo de gobernar que en estos principios vuesa merced ha dado no les da lugar de hacer ni de pensar cosa que en deservicio de vuesa merced redunde( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿Qué os parece desto, amigos?; ¿digo algo, o quiébrome la cabeza? —Dice tanto vuesa merced, señor gobernador —dijo el mayordomo—, que estoy admirado de ver que un hombre tan sin letras como vuesa merced, que a lo que creo no tiene ninguna, diga tales y tantas cosas llenas de sentencias y de avisos, tan fuera de todo aquello que del ingenio de vuesa merced esperaban los que nos enviaron y los que aquí venimos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Llegó la noche y cenó el gobernador con licencia del señor doctor Recio( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿Cómo y qué se ha de sufrir que roben en poblado en este pueblo, y que salga a saltear en él en la mitad de las calles? —Sosegaos, hombre de bien —dijo Sancho—, y contadme qué es la causa desta pendencia; que yo soy el gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El otro contrario dijo: —Señor gobernador, yo la diré con toda brevedad.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Vuesa merced sabrá que este gentilhombre acaba de ganar ahora en esta casa de juego que está aquí frontero más de mil reales, y sabe Dios cómo; y, hallándome yo presente, juzgué más de una suerte dudosa en su favor, contra todo aquello que me dictaba la conciencia; alzose con la ganancia, y cuando esperaba que me había de dar algún escudo, por lo menos, de barato, como es uso y costumbre darle a los hombres principales como yo, que estamos asistentes para bien y mal pasar y para apoyar sinrazones y evitar pendencias, él embolsó su dinero y se salió de la casa; yo vine despechado tras él, y con buenas y corteses palabras le he pedido que me diese siquiera ocho reales, pues sabe que yo soy hombre honrado y que no tengo oficio ni beneficio, porque mis padres no me le enseñaron ni me le dejaron; y el socarrón, que no es más ladrón Caco, ni más fullero Andradilla, no quería darme más de cuatro reales, porque vea vuesa merced, señor gobernador, ¡qué poca vergüenza y qué poca conciencia! Pero a fee que, si vuesa merced no llegara, que yo le hiciera vomitar la ganancia y que había de saber con cuántas entraba la romana( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es —dijo el mayordomo—; vea vuesa merced, señor gobernador, qué es lo que se ha de hacer destos hombres( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Desembolsó el uno, recibió el otro, este se salió de la ínsula, y aquel se fue a su casa, y el gobernador quedó diciendo: —Ahora, yo podré poco o quitaré estas casas de juego; que a mí se me trasluce que son muy perjudiciales( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y, en esto, llego un corchete que traía asido a un mozo, y dijo: —Señor gobernador, este mancebo venía hacia nosotros y, así como columbró la justicia, volvió las espaldas y comenzó a correr como un gamo, señal que debe de ser algún delincuente.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Dime, demonio —dijo Sancho, —¿tienes algún ángel que te saque y que te quite los grillos que te pienso mandar echar? —Ahora, señor gobernador —respondió el mozo con muy buen donaire— , estemos a razón y vengamos al punto.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Fuese el mozo, y el gobernador prosiguió con su ronda.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y de allí a poco vinieron dos corchetes que traían a un hombre asido, y dijeron: —Señor gobernador, este que parece hombre no lo es, sino mujer, y no fea, que viene vestida en hábito de hombre( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Oyendo esto el mayordomo, dijo a Sancho: —Haga, señor gobernador, apartar la gente, porque esta señora con menos empacho pueda decir lo que quisiere( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Mandolo así el gobernador; apartáronse todos, si no fueron el mayordomo, maestresala y el secretario.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Desesperábase el gobernador de la tardanza que tenía la moza en dilatar su historia, y díjole que acabase de tenerlos más suspensos; que era tarde y faltaba mucho que andar del pueblo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Apartáronse con él el gobernador, mayordomo y maestresala y, sin que lo oyese su hermana, le preguntaron cómo venía en aquel traje, y él, con no menos vergüenza y empacho, contó lo mesmo que su hermana había contado, de que recibió gran gusto el enamorado maestresala; pero el gobernador les dijo: —Por cierto, señores, que esta ha sido una gran rapacería, y para contar esta necedad y atrevimiento no eran menester tantas largas ni tantas lágrimas y suspiros; que con decir: «Somos fulano y fulana, que nos salimos a espaciar de casa de nuestros padres con esta intención, solo por curiosidad, sin otro designio alguno», se acabara el cuento, y no gemidicos, y lloramicos, y darle( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El mancebo agradeció al gobernador la merced que quería hacerles de volverlos a su casa, y así, se encaminaron hacia ella, que no estaba muy lejos de allí.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Quedó el maestresala traspasado su corazón y propuso de luego otro día pedírsela por mujer a su padre, teniendo por cierto que no se la negaría por ser él criado del duque; y aun a Sancho le vinieron deseos y barruntos de casar al mozo con Sanchica su hija, y determinó de ponerlo en plática a su tiempo, dándose a entender que a una hija de un gobernador ningún marido se le podía negar.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* No era muy vieja, aunque mostraba pasar de los cuarenta; pero fuerte, tiesa, nervuda y avellanada, la cual, viendo a su hija, y al paje a caballo, le dijo: —¿Qué es esto, niña, qué señor es este? —Es un servidor de mi señora doña Teresa Panza —respondió el paje—; y, diciendo y haciendo, se arrojó del caballo, y se fue con mucha humildad a poner de hinojos ante la señora Teresa, diciendo: —Deme vuesa merced sus manos, mi señora doña Teresa, bien así como mujer legitima y particular del señor don Sancho Panza, gobernador propio de la ínsula Barataria( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Ay, señor mío, quítese de ahí, no haga eso —respondió Teresa—; que yo no soy nada palaciega, sino una pobre labradora, hija de un estripaterrones y mujer de un escudero andante, y no de gobernador alguno( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Vuesa merced —respondió el paje—, es mujer dignísima de un gobernador archidignísimo, y para prueba desta verdad reciba vuesa merced esta carta y este presente( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y sacó al instante de la faldriquera una sarta de corales con estremos de oro, y se la echó al cuello, y dijo: —Esta carta es del señor gobernador, y otra que traigo y estos corales son de mi señora la duquesa que a vuesa merced me envía( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es la verdad —respondió el paje—; que por respeto del señor don Quijote es ahora el señor Sancho gobernador de la ínsula Barataria, como se verá por esta carta( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Tengo noticia que gobierna como un girifalte, de lo que yo estoy muy contenta y el duque mi señor por el consiguiente, por lo que doy muchas gracias al cielo de no haberme engañado en haberle escogido para el tal gobierno; porque quiero que sepa la señora Teresa que con dificultad se halla un buen gobernador en el mundo, y tal me haga a mí Dios como Sancho gobierna( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —También se alegrarán —dijo el paje—, cuando vean el lío que viene en este portamanteo, que es un vestido de paño finísimo que el gobernador sólo un día llevó a caza, el cual todo le envía para la señora Sanchica( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Saliose en esto Teresa fuera de casa con las cartas, y con la sarta al cuello, y iba tañendo en las cartas como si fuera en un pandero, y, encontrándose acaso con el cura y Sansón Carrasco, comenzó a bailar y a decir: —¡A fee que agora que no hay pariente pobre! ¡Gobiernito tenemos! ¡No sino tómese conmigo la más pintada hidalga; que yo la pondré como nueva! —¿Qué es esto, Teresa Panza, qué locuras son estas y qué papeles son esos? —No es otra la locura, sino que estas son cartas de duquesas y de gobernadores, y estos que traigo al cuello son corales finos las avemarías, y los padres nuestros son de oro de martillo, y yo soy gobernadora( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que el paje respondió: —De que el señor Sancho Panza sea gobernador no hay que dudar en ello; de que sea ínsula o no la que gobierna, en eso no me entremeto; pero basta que sea un lugar de más de mil vecinos, y en cuanto a lo de las bellotas, digo que mi señora la duquesa es tan llana y tan humilde que no —decía él— enviar a pedir bellotas a una labradora, pero que le acontecía enviar a pedir un peine prestado a una vecina suya.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Estando en la mitad destas pláticas saltó Sanchica con un halda de güevos, y preguntó al paje: —Dígame, señor, ¿mi señor padre trae por ventura calzas atacadas después que es gobernador? —No he mirado en ello —respondió el paje—, pero sí debe de traer( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Bien echaron de ver el cura y el bachiller que el paje hablaba socarronamente; pero la fineza de los corales y el vestido de caza que Sancho enviaba lo deshacía todo; que ya Teresa les había mostrado el vestido, y no dejaron de reírse del deseo de Sanchica, y más, cuando Teresa dijo: —Señor cura, eche cata por ahí si hay alguien que vaya a Madrid o a Toledo, para que me compre un verdugado redondo, hecho y derecho, y sea al uso y de los mejores que hubiere; que en verdad en verdad que tengo de honrar el gobierno de mi marido en cuanto yo pudiere, y aún que, si me enojo, me tengo de ir a esa corte y echar un coche como todas; que la que tiene marido gobernador muy bien le puede traer y sustentar( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es la verdad —dijo el paje—; que el señor gobernador Sancho a cada paso los dice; y, aunque muchos no vienen a propósito, todavía dan gusto, y mi señora la duquesa y el duque los celebran mucho( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Señores, yo no sé más de mí —respondió el paje— sino que soy embajador verdadero, y que el señor Sancho Panza es gobernador efectivo; y que mis señores duque y duquesa pueden dar, y han dado, el tal gobierno; y que he oído decir que en él se porta valentísimamente el tal Sancho Panza.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Las hijas de los gobernadores no han de ir solas por los caminos, sino acompañadas de carrozas y literas y de gran numero de sirvientes( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¡Hallado la habéis la melindrosa! —Calla, mochacha —dijo Teresa—, que no sabes lo que te dices; y este señor está en lo cierto; que tal el tiempo, tal el tiento: cuando Sancho, Sancha, y cuando gobernador, señora, y no sé si diga algo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Del progreso del gobierno de Sancho Panza, con otros sucesos tales como buenos Amaneció el día que se siguió a la noche de la ronda del gobernador, la cual el maestresala pasó sin dormir, ocupado el pensamiento en el rostro, brío 196 «Lo duda San Agustín», es decir, «pero lo dudo».( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Levantose, en fin, el señor gobernador, y por orden del doctor Pedro Recio le hicieron desayunar con un poco de conserva y cuatro tragos de agua fría, cosa que la trocara Sancho con un pedazo de pan y un racimo de uvas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pídese a vuesa merced, señor gobernador, qué harán los jueces de tal hombre; que aún hasta agora están dudosos y suspensos, y, habiendo tenido noticia del agudo y elevado entendimiento de vuesa merced, me enviaron a mí a que suplicase a vuesa merced de su parte diese su parecer en tan intricado y dudoso caso( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es como el señor gobernador dice —dijo el mensajero—; y cuanto a 607 608la entereza y entendimiento del caso no hay más que pedir ni que dudar( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Pues, señor gobernador —replicó el preguntador—, será necesario que el tal hombre se divida en dos partes, en mentirosa y verdadera, y, si se divide, por fuerza ha de morir; y así, no se consigue cosa alguna de lo que la ley pide, y es de necesidad espresa que se cumpla con ella( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Venid acá, señor buen hombre —respondió Sancho—; este pasajero que decís, o yo soy un porro o él tiene la misma razón para morir que para vivir y pasar la puente; porque, si la verdad le salva, la mentira le condena igualmente; y siendo esto así, como lo es, soy de parecer que digáis a esos señores que a mí os enviaron que, pues están en un fil las razones de condenarle o asolverle, que le dejen pasar libremente, pues siempre es alabado más el hacer bien que mal; y esto lo diera firmado de mi nombre si supiera firmar, y yo en este caso no he hablado de mío, sino que se me vino a la memoria un precepto, entre otros muchos que me dio mi amo don Quijote la noche antes que viniese a ser gobernador desta ínsula, que fue que, cuando la justicia estuviese en duda, me decantase y acogiese a la misericordia; y ha querido Dios que agora se me acordase, por venir en este caso como de molde( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Así es —respondió el mayordomo—, y tengo para mí que el mismo Licurgo, que dio leyes a los lacedemonios, no pudiera dar mejor sentencia que la que el gran Panza ha dado; y acábese con esto la audiencia desta mañana, y yo daré orden cómo el señor gobernador coma muy a su gusto( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Cumplió su palabra el mayordomo, pareciéndole ser cargo de conciencia matar de hambre a tan discreto gobernador; y más, que pensaba concluir con él aquella misma noche, haciéndole la burla última que traía en comisión de hacerle( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sucedió, pues, que habiendo comido aquel día contra las reglas y aforismos del doctor Tirteafuera, al levantar de los manteles entró un correo con una carta de don Quijote para el gobernador; mandó Sancho al secretario que la leyese para sí, y que, si no viniese en ella alguna cosa digna de secreto, la leyese en voz alta.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Hízolo así el secretario, y, repasándola primero, dijo: —Bien se puede leer en voz alta; que lo que el señor don Quijote escribe a vuesa merced merece estar estampado y escrito con letras de oro, y dice así: CARTA DE A SANCHO PANZA, GOBERNADOR DE LA ÍNSULA BARATARIA Cuando esperaba oír nuevas de tus descuidos e impertinencias, Sancho amigo, las oí de tus discreciones, de que di por ello gracias particulares al cielo, el cual del estiércol sabe levantar los pobres y de los tontos hacer discretos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Visita las cárceles, las carnicerías y las plazas; que la presencia del gobernador en lugares tales es de mucha importancia: consuela a los presos que esperan la brevedad de su despacho, es coco a los carniceros que por entonces igualan los pesos, y es espantajo a las placeras por la misma razón.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Mira y remira, pasa y repasa los consejos y documentos que te di por escrito antes que de aquí partieses a tu gobierno, y verás como hallas en ellos, si los guardas, una ayuda de costa que te sobrelleve los trabajos y dificultades que a cada paso a los gobernadores se les ofrecen.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero, aunque se me da mucho, no se me da nada, pues en fin en fin, tengo de cumplir antes con mi profesión que con su gusto, conforme a lo que 609 610suele decirse: Amicus Plato, sed magis amica veritas119988: Dígote este latín porque me doy a entender que después que eres gobernador lo habrás aprendido.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Escribiome el duque mi señor el otro día, dándome aviso que habían entrado en esta ínsula ciertas espías para matarme, y hasta agora yo no he descubierto otra que un cierto doctor que está en este lugar asalariado para matar a cuantos gobernadores aquí vinieren; llamase el doctor Pedro Recio, y es natural de Tirteafuera; porque vea vuesa merced qué nombre para no temer que he de morir a sus manos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Hasta agora no he tocado derecho ni llevado cohecho, y no puedo pensar en qué va esto; porque aquí me han dicho que los gobernadores que a esta ínsula suelen venir, antes de entrar en ella, o les han dado o les han prestado los del pueblo muchos dineros, y que esta es ordinaria usanza en los demás que van a gobiernos, no solamente en este( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Criado de vuesa merced, SANCHO PANZA EL GOBERNADOR( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En resolución, él ordenó cosas tan buenas que hasta hoy se guardan en aquel lugar y se nombran: «Las constituciones del gran gobernador Sancho Panza»( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Estando en esto, para acabar de regocijar la fiesta y dar buen fin a la comida, veis aquí donde entró por la sala el paje que llevó las cartas y presentes a Teresa Panza, mujer del gobernador Sancho Panza, de cuya llegada recibieron gran contento los duques, deseosos de saber lo que le había sucedido en su viaje, y, preguntándoselo, respondió el paje que no lo podía decir tan en público ni con breves palabras, que sus excelencias fuesen servidos de dejarlo para a solas, y que, entretanto, se entretuviesen con aquellas cartas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* La una decía en el sobreescrito: Carta para mi señora la duquesa tal, de no sé donde; y la otra: A mi marido Sancho Panza, gobernador de la Ínsula Barataria, que Dios prospere más años que a mí( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De que vuesa señoría haya hecho gobernador a Sancho, mi consorte, ha recebido mucho gusto todo este lugar, puesto que no hay quien lo crea, principalmente el cura y mase Nicolás el barbero y Sansón Carrasco el bachiller; pero a mí no se me da nada; que, como ello sea así, como lo es, diga cada uno lo que quisiere, aunque, si va a decir verdad, a no venir los corales y el vestido, tampoco yo lo creyera; porque en este pueblo todos tienen a mi marido por un porro y que, sacado de gobernar un hato de cabras, no pueden imaginar para qué gobierno pueda ser bueno.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y así, suplico a vuesa excelencia mande a mi marido me envíe algún dinerillo, y que sea algo qué, porque en la corte son los gastos grandes; que el pan vale a real y la carne la libra a treinta maravedís, que es un juicio; y, si quisiere que no vaya, que me lo avise con tiempo, porque me están bullendo los pies por ponerme en camino; que me dicen mis amigas y mis vecinas que, si yo y mi hija andamos orondas y pomposas en la corte, vendrá a ser conocido mi marido por mí más que yo por él, siendo forzoso que pregunten muchos: «¿Quién son estas señoras deste coche?» Y un criado mío responder: «La mujer y la hija de Sancho Panza, gobernador de la ínsula Barataria», y desta manera será conocido Sancho, y yo seré estimada, y a Roma por todo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Grande fue el gusto que todos recibieron de oír la carta de Teresa Panza, principalmente los duques, y la duquesa pidió parecer a don Quijote si sería bien abrir la carta que venía para el gobernador, que imaginaba debía de ser bonísima.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Mira, hermano, cuando yo llegué a oír que eres gobernador, me pensé allí caer muerta de puro gozo; que ya sabes tú que dicen que así mata la alegría súbita como el dolor grande.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A Sanchica tu hija se le fueron las aguas sin sentirlo de puro contento; el vestido que me enviaste tenía delante y los corales que me envió mi señora la duquesa al cuello, y las cartas en las manos, y el portador dellas allí presente, y, con todo eso, creía y pensaba que era todo sueño lo que veía y lo que tocaba; porque ¿quién podía pensar que un pastor de cabras había de venir a ser gobernador de ínsulas? Ya sabes tú, amigo, que decía mi madre que era menester vivir mucho para ver mucho; dígolo porque pienso ver más, si vivo más, porque no pienso parar hasta verte arrendador o alcabalero, que son oficios que aunque lleva el diablo a quien mal los usa, en fin en fin siempre tienen y manejan dineros.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El cura, el barbero, el bachiller y aun el sacristán no pueden creer que eres gobernador y dicen que todo es embeleco o cosas de encantamento, como son todas las de don Quijote tu amo, y dice Sansón que ha de ir a buscarte y a sacarte el gobierno de la cabeza y a don Quijote la locura de los cascos; yo no hago sino reírme y mirar mi sarta, y dar traza del vestido que tengo de hacer del tuyo a nuestra hija.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sanchica hace puntas de randas, gana cada día ocho maravedís horros, que los va echando en una alcancía para ayuda a su ajuar; pero ahora que es hija de un gobernador tú le darás la dote sin que ella lo trabaje.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Las cartas fueron solenizadas, reídas, estimadas y admiradas, y para acabar de echar el sello llegó el correo, el que traía la que Sancho enviaba a don Quijote, que asimesmo se leyó públicamente, la cual puso en duda la sandez del gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Recibiolo la duquesa con grandísimo gusto, con el cual la dejaremos, por contar el fin que tuvo el gobierno del gran Sancho Panza, flor y espejo de todos los insulanos gobernadores( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sentose en la cama y estuvo atento y escuchando, por ver si daba en la cuenta de lo que podía ser la causa de tan grande alboroto; pero no sólo no lo supo, pero añadiéndose al ruido de voces y campanas el de infinitas trompetas y atambores, quedó más confuso y lleno de temor y espanto, y, levantándose en pie, se puso unas chinelas por la humedad del suelo, y sin ponerse sobrerropa de levantar ni cosa que se pareciese, salió a la puerta de su aposento a tiempo cuando vio venir por unos corredores más de veinte personas con hachas encendidas en las manos y con las espadas desenvainadas, gritando todos a grandes voces: —¡Arma, arma, señor gobernador, arma!; que han entrado infinitos enemigos en la ínsula, y somos perdidos si vuestra industria y valor no nos socorre( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¡Ah, señor gobernador! —dijo otro—.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿Qué relente es ese? Ármese vuesa merced; que aquí le traemos armas ofensivas y defensivas, y salga a esa plaza y sea nuestra guía y nuestro capitán, pues de derecho le toca el serlo, siendo nuestro gobernador( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Ande, señor gobernador —dijo otro—, que más el miedo que las tablas 617 618le impiden el paso; acabe y menéese, que es tarde y los enemigos crecen y las voces se aumentan y el peligro carga( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Por cuyas persuasiones y vituperios probó el pobre gobernador a moverse, y fue dar consigo en el suelo tan gran golpe que pensó que se había hecho pedazos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Quedó como galápago encerrado y cubierto con sus conchas, o como medio tocino metido entre dos artesas, o bien así como barca que da al través en la arena, y no por verle caído aquella gente burladora le tuvieron compasión alguna; antes, apagando las antorchas tornaron a reforzar las voces y a reiterar el ¡arma! con tan gran priesa, pasando por encima del pobre Sancho, dándole infinitas cuchilladas sobre los paveses, que si él no se recogiera y encogiera metiendo la cabeza entre los paveses, lo pasara muy mal el pobre gobernador; el cual, en aquella estrecheza recogido, sudaba y trasudaba, y de todo corazón se encomendaba a Dios que de aquel peligro le sacase.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Unos tropezaban en él, otros caían, y tal hubo quien se puso encima un buen espacio, y, desde allí, como desde atalaya, gobernaba los ejércitos, y a grandes voces decía: —¡Aquí de los nuestros: que por esta parte cargan más los enemigos! ¡Aquel portillo se guarde, aquella puerta se cierre, aquellas escalas se tranquen! ¡Vengan alcancías, pez y resina en calderas de aceite ardiendo! ¡Trinchéense las calles con colchones! En fin, él nombraba con todo ahínco todas las baratijas e instrumentos y pertrechos de guerra, con que suele defenderse el asalto de una ciudad, y el molido Sancho, que lo escuchaba y sufría todo, decía entre si: —¡Oh, si mi Señor fuese servido que se acabase ya de perder esta ínsula, y me viese yo, o muerto o fuera desta grande angustia! Oyó el cielo su petición y, cuando menos lo esperaba, oyó voces que decían: —¡Vitoria, vitoria, los enemigos van de vencida! ¡Ea, señor gobernador, levántese vuesa merced!; y venga a gozar del vencimiento y a repartir los despojos que se han tomado a los enemigos, por el valor dese invencible brazo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo no nací para ser gobernador, ni para defender ínsulas ni ciudades de los enemigos que quisieren acometerlas; mejor se me entiende a mí de arar y cavar, podar y ensarmentar las viñas que de dar leyes ni de defender provincias ni reinos; bien se está San Pedro en Roma; quiero decir que bien se está cada uno usando el oficio para que fue nacido: mejor me está a mi una hoz en la mano que un cetro de gobernador; más quiero hartarme de gazpachos que estar sujeto a la miseria de un médico impertinente que me mate de hambre, y más quiero recostarme a la sombra de una encina en el verano, y arroparme con un zamarro de dos pelos en el invierno, en mi libertad, que acostarme con la sujeción del gobierno entre sábanas de holanda, y vestirme de martas cebollinas119999 .( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Vuesas mercedes se queden con Dios y digan al duque mi señor que desnudo nací, desnudo me hallo, ni pierdo ni gano; quiero decir que sin blanca entré en este gobierno y sin ella salgo, bien al revés de como suelen salir los gobernadores de otras ínsulas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —No ha de ser así, señor gobernador —dijo el doctor Recio—; que yo le daré a vuesa merced una bebida contra caídas y molimientos que luego le vuelva en su prístina entereza y vigor, y en lo de la comida, yo prometo a vuesa merced de enmendarme, dejándole comer abundantemente de todo aquello que quisiere( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Señor gobernador, de muy buena gana dejáramos ir a vuesa merced, puesto que nos pesará mucho de perderle; que su ingenio y su cristiano proceder obligan a desearle.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero ya se sabe que todo gobernador está obligado, antes que se ausente de la parte donde ha gobernado, dar primero residencia; dela vuesa merced de los diez días que ha que tiene el gobierno, y váyase a la paz de Dios( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo voy a verme con él y a él se la daré de molde; cuanto más que, saliendo yo desnudo como salgo, no es menester otra señal para dar a entender que he gobernado como un ángel( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Dejémoslos pasar nosotros, como dejamos pasar otras cosas, y vamos a acompañar a Sancho, que entre alegre y triste venía caminando sobre el rucio a buscar a su amo, cuya compañía le agradaba más que ser gobernador de todas las ínsulas del mundo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sucedió, pues, que, no habiéndose alongado mucho de la ínsula de su gobierno (que él nunca se puso a averiguar si era ínsula, ciudad, villa o lugar la que gobernaba), vio que por el camino por donde él iba venían seis peregrinos con sus bordones, de estos estranjeros que piden la limosna cantando, los cuales, en llegando a él, se pusieron en ala, y, levantando las voces todos juntos, comenzaron a cantar en su lengua lo que Sancho no pudo entender, si no fue una palabra que claramente pronunciaba limosna, por donde entendió, que era limosna la que en su canto pedían; y como él, según dice Cide Hamete, era caritativo a demás, sacó de sus alforjas medio pan y medio queso, de que venia proveído, y dióselo, diciéndoles por señas que no tenía otra cosa que darles( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —He dejado de ser gobernador de una ínsula —respondió Sancho—, y tal que a buena fee que no hallen otra como ella a tres tirones( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Dígote, Ricote amigo, que esta mañana me partí della, y ayer estuve en ella gobernando a mi placer como un sagitario; pero, con todo eso, la he dejado, por parecerme oficio peligroso el de los gobernadores( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —He ganado —respondió Sancho— el haber conocido que no soy bueno para gobernar si no es un hato de ganado, y que las riquezas que se ganan en los tales gobiernos son a costa de perder el descanso y el sueño y aun el sustento; porque en las ínsulas deben de comer poco los gobernadores, especialmente si tienen médicos que miren por su salud( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Yo no te entiendo, Sancho —dijo Ricote—; pero paréceme que todo lo que dices es disparate; que ¿quién te había de dar a ti ínsulas que gobernases? ¿Faltaban hombres en el mundo más hábiles para gobernadores que tú eres? Calla, Sancho, y vuelve en ti y mira si quieres venir conmigo, como te he dicho, a ayudarme a sacar el tesoro que dejé escondido; que en verdad que es tanto que se puede llamar tesoro, y te daré con que vivas, como te he dicho( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¡Ay —dijo entonces Sancho Panza—, y cuán no pensados sucesos suelen suceder a cada paso a los que viven en este miserable mundo! ¿Quién dijera que el que ayer se vio entronizado gobernador de una ínsula, mandando a sus sirvientes y a sus vasallos, hoy se había de ver sepultado en una sima, sin haber persona alguna que le remedie, ni criado ni vasallo que acuda a su socorro? Aquí habremos de perecer de hambre yo y mi jumento, si ya no nos morimos antes, él de molido y quebrantado y yo de pesaroso.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En fin, le detuvo y no cayó; y, llegándose algo más cerca sin apearse, miró aquella hondura, y, estándola mirando, oyó grandes voces dentro, y, escuchando atentamente, pudo percebir y entender que el que las daba decía: —¡Ah de arriba! ¿Hay algún cristiano que me escuche o algún caballero caritativo que se duela de un pecador enterrado en vida, o un desdichado desgobernado gobernador? Pareciole a don Quijote que oía la voz de Sancho Panza, de que quedó suspenso y asombrado y, levantando la voz todo lo que pudo, dijo: —¿Quién está allá bajo, quién se queja? —¿Quién puede estar aquí, o quién se ha de quejar —respondieron—, sino el asendereado de Sancho Panza, gobernador, por sus pecados y por su mala andanza, de la ínsula Barataria, escudero que fue del famoso caballero don Quijote de la Mancha? Oyendo lo cual don Quijote, se le dobló la admiración y se le acrecentó el pasmo, viniéndosele al pensamiento que Sancho Panza debía de ser muerto, y que estaba allí penando su alma; y, llevado desta imaginación, dijo: —Conjúrote por todo aquello que puedo conjurarte, como católico cristiano, que me digas quién eres, y si eres alma en pena, dime qué quieres que haga por ti, que pues es mi profesión favorecer y acorrer a los necesitados deste mundo, también lo seré para acorrer y ayudar a los menesterosos del otro mundo, que no pueden ayudarse por sí propios( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Viole un estudiante, y dijo: —Desta manera habían de salir de sus gobiernos todos los malos gobernadores, como sale este pecador del profundo del abismo: muerto de hambre, descolorido y sin blanca, a lo que yo creo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Oyolo Sancho, y dijo: —Ocho días o diez ha, hermano murmurador, que entré a gobernar la ínsula que me dieron, en los cuales no me vi harto de pan siquiera un hora; en ellos me han perseguido médicos y enemigos me han brumado los güesos, ni he tenido lugar de hacer cohechos ni de cobrar derechos, y, siendo esto así como lo es, no merecía yo, a mi parecer, salir de esta manera.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Si el gobernador sale rico de su gobierno dicen dél que ha sido un ladrón y, si sale pobre, que ha sido un para poco y un mentecato( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En estas pláticas llegaron, rodeados de muchachos y de otra mucha gente, al castillo, adonde en unos corredores estaban ya el duque y la duquesa esperando a don Quijote y a Sancho, el cual no quiso subir a ver al duque sin que primero no hubiese acomodado al rucio en la caballeriza, porque decía que había pasado muy mala noche en la posada, y luego subió a ver a sus señores, ante los cuales puesto de rodillas, dijo: —Yo, señores, porque lo quiso así vuestra grandeza, sin ningún merecimiento mío, fui a gobernar vuestra ínsula Barataria, en la cual entré desnudo y desnudo me hallo, ni pierdo ni gano; si he gobernado bien o mal, testigos he tenido delante, que dirán lo que quisieren.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* He declarado dudas, sentenciado pleitos, y siempre muerto de hambre, por haberlo querido así el doctor Pedro Recio, natural de Tirteafuera, médico insulano y gobernadoresco( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En resolución, en este tiempo yo he tanteado las cargas que trae consigo y las obligaciones el gobernar, y he hallado por mi cuenta que no las podrán llevar mis hombros ni son peso de mis costillas, ni flechas de mi aljaba; y, así, antes que diese conmigo al través el gobierno, he querido yo dar con el gobierno al través, y ayer de mañana dejé la ínsula como la hallé, con las mismas calles, casas y tejados que tenía cuando entré en ella.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Así que, mis señores duque y duquesa, aquí está vuestro gobernador Sancho Panza, que ha granjeado en solos diez días que ha tenido el gobierno a conocer que no se le ha de dar nada por ser gobernador, no que de una ínsula, sino de todo el mundo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero la limpieza siempre la tiene en su punto y, en el tiempo que fue gobernador, aprendió a comer a lo melindroso, tanto que comía con tenedor las uvas, y aun los granos de la granada( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Allí iba y venía, y se alegraba entre si mismo, creyendo que había de ver presto su cumplimiento, y Sancho, aunque aborrecía el ser gobernador, como queda dicho, todavía deseaba volver a mandar y a ser obedecido; que esta mala ventura trae consigo el mando, aunque sea de burlas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo, que dejé con el gobierno los deseos de ser más gobernador, no dejé la gana de ser conde, que jamás tendrá efecto si vuesa merced deja de ser rey, dejando el ejercicio de su caballería, y así, vienen a volverse en humo mis esperanzas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Oyendo lo cual, Sancho dijo: —Tan de valientes corazones es, señor mío, tener sufrimiento en las desgracias, como alegría en las prosperidades, y esto lo juzgo por mí mismo; que si, cuando era gobernador, estaba alegre, agora, que soy escudero de a pie, no estoy triste.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y a mí, que ha pocos días que salí de ser gobernador y juez, como todo el mundo sabe, toca averiguar estas dudas y dar parecer en todo pleito( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¡Oh alma endurecida! ¡Oh escudero sin piedad! ¡Oh pan mal empleado, y mercedes mal consideradas las que te he hecho y pienso de hacerte! Por mí te has visto gobernador, y por mí te vees con esperanzas propincuas de ser conde o tener otro titulo equivalente, y no tardará el cumplimiento de ellas más de cuanto tarde en pasar este año; que yo «post tenebras spero lucem»222200( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Ni más ni menos se las habían dado a Teresa Panza, mujer de Sancho, la cual, desgreñada y medio desnuda, trayendo de la mano a Sanchica su hija, acudió a ver a su marido; y viéndole no tan bien adeliñado como ella se pensaba que había de estar un gobernador, le dijo: —¿Cómo venís así, marido mío, que me parece que venís a pie y despeado y mas traéis semejanza de desgobernado que de gobernador? —Calla, Teresa —respondió Sancho—, que muchas veces donde hay estacas no hay tocinos, y vámonos a nuestra casa, que allá oirás maravillas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
Coniugazione:1 - governare
Ausiliare:avere transitivo/intransitivo
INDICATIVO - attivo
Presente
io governo
tu governi
egli governa
noi governiamo
voi governate
essi governano
Imperfetto
io governavo
tu governavi
egli governava
noi governavamo
voi governavate
essi governavano
Passato remoto
io governai
tu governasti
egli governò
noi governammo
voi governaste
essi governarono
Passato prossimo
io ho governato
tu hai governato
egli ha governato
noi abbiamo governato
voi avete governato
essi hanno governato
Trapassato prossimo
io avevo governato
tu avevi governato
egli aveva governato
noi avevamo governato
voi avevate governato
essi avevano governato
Trapassato remoto
io ebbi governato
tu avesti governato
egli ebbe governato
noi avemmo governato
voi eveste governato
essi ebbero governato
Futuro semplice
io governerò
tu governerai
egli governerà
noi governeremo
voi governerete
essi governeranno
Futuro anteriore
io avrò governato
tu avrai governato
egli avrà governato
noi avremo governato
voi avrete governato
essi avranno governato
CONGIUNTIVO - attivo
Presente
che io governi
che tu governi
che egli governi
che noi governiamo
che voi governiate
che essi governino
Passato
che io abbia governato
che tu abbia governato
che egli abbia governato
che noi abbiamo governato
che voi abbiate governato
che essi abbiano governato
Imperfetto
che io governassi
che tu governassi
che egli governasse
che noi governassimo
che voi governaste
che essi governassero
Trapassato
che io avessi governato
che tu avessi governato
che egli avesse governato
che noi avessimo governato
che voi aveste governato
che essi avessero governato
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CONDIZIONALE - attivo
Presente
io governerei
tu governeresti
egli governerebbe
noi governeremmo
voi governereste
essi governerebbero
Passato
io avrei governato
tu avresti governato
egli avrebbe governato
noi avremmo governato
voi avreste governato
essi avrebbero governato
IMPERATIVO - attivo
Presente
-
governa
governi
governiamo
governate
governino
Futuro
-
governerai
governerà
governeremo
governerete
governeranno
INFINITO - attivo
Presente
governar
Passato
essersi governato
PARTICIPIO - attivo
Presente
governante
Passato
governato
 
 
GERUNDIO - attivo
Presente
governando
Passato
avendo governato
Conjugacíon: 1 - gobernar
auxiliar: haber - transitivo
INDICATIVO activo
Presente
yo gobierno
gobiernas
él/ella gobierna
nosotros gobernamos
nosotros gobernáis
ellos/ellas gobiernan
Imperfecto
yo gobernaba
gobernabas
él/ella gobernaba
nosotros gobernabamos
vosotros gobernabais
ellos/ellas gobernaban
Pretérito indefinito
yo goberné
gobernaste
él/ella gobernó
nosotros gobernamos
vosotros gobernasteis
ellos/ellas gobernaron
Preterito perfecto
yo he gobernado
has gobernado
él/ella ha gobernado
nosotros hemos gobernado
vosotros habéis gobernado
ellos/ellas han gobernado
Preterito pluscuamperfecto
yo había gobernado
habías gobernado
él/ella había gobernado
nosotros habíamos gobernado
vosotros habíais gobernado
ellos/ellas habían gobernado
Preterito anterior
yo hube gobernado
hubiste gobernado
él/ella hubo gobernado
nosotros hubimos gobernado
vosotros hubisteis gobernado
ellos/ellas hubieron gobernado
Futuro
yo gobernaré
gobernaras
él/ella gobernará
nosotros gobernaremos
vosotros gobernareis
ellos/ellas gobernarán
Futuro perfecto
yo habré gobernado
habrás gobernado
él/ella habrá gobernado
nosotros habremos gobernado
vosotros habréis gobernado
ellos/ellas habrán gobernado
CONJUNTIVO - activo
Presente
yo gobierne
gobiernes
él/ella gobierne
nosotros gobernemos
nosotros gobernéis
ellos/ellas gobiernen
Pretérito perfecto
yo haya gobernado
hayas gobernado
él/ella haya gobernado
nosotros hayamos gobernado
nosotros hayáis gobernado
ellos/ellas hayan gobernado
Pretérito imperfetto I
yo gobernara
gobernaras
él/ella gobernara
nosotros gobernáramos
nosotros gobernarais
ellos/ellas gobernaran
Pretérito pluscuamperfecto I
yo hubiera gobernado
hubieras gobernado
él/ella hubiera gobernado
nosotros hubiéramos gobernado
nosotros hubierais gobernado
ellos/ellas hubieran gobernado
Pretérito pluscuamperfecto II
yo hubiese gobernado
hubieses gobernado
él/ella hubiese gobernado
nosotros hubiésemos gobernado
nosotros hubieseis gobernado
ellos/ellas hubiesen gobernado
Pretérito imperfetto II
Futuro
yo gobernare
gobernares
él/ella gobernare
nosotros gobernáremos
nosotros gobernareis
ellos/ellas gobernaren
Futuro perfecto
yo hubiere gobernado
hubieres gobernado
él/ella hubiere gobernado
nosotros hubiéremos gobernado
nosotros hubiereis gobernado
ellos/ellas hubieren gobernado
POTENCIAL - activo
Presente
yo gobernaría
gobernarías
él/ella gobernaría
nosotros gobernaríamos
vosotros gobernaríais
ellos/ellas gobernarían
Perfecto
yo habría gobernado
habrías gobernado
él/ella habría gobernado
nosotros habríamos gobernado
vosotros habríais gobernado
ellos/ellas habrían gobernado
IMPERATIVO - activo
Positivo
-
gobierna
gobierne
gobernemos
gobernad
gobiernen
 
 
 
 
 
 
 
INFINITO activo
Presente
Compuesto
haber gobernado
PARTICIPIO - activo
Presente
que gobierna
Compuesto
gobernado
GERUNDIO activo
Presente
gobernando
Compuesto
habiendo gobernado
INDICATIVO pasivo
Presente
yo soy gobernado
eres gobernado
él/ella es gobernado
nosotros somos gobernados
nosotros seis gobernados
ellos/ellas son gobernados
Imperfecto
yo era gobernado
eras gobernado
él/ella era gobernado
nosotros èramos gobernados
vosotros erais gobernados
ellos/ellas eran gobernados
Pretérito indefinito
yo fui gobernado
fuiste gobernado
él/ella fue gobernado
nosotros fuimos gobernados
vosotros fuisteis gobernados
ellos/ellas fueron gobernados
Preterito perfecto
yo he sido gobernado
has sido gobernado
él/ella ha sido gobernado
nosotros hemos sido gobernados
vosotros habèis sido gobernados
ellos/ellas han sido gobernados
Preterito pluscuamperfecto
yo había sido gobernado
habías sido gobernado
él/ella había sido gobernado
nosotros habíamos sido gobernados
vosotros habías sido gobernados
ellos/ellas habían sido gobernados
Preterito anterior
yo hube sido gobernado
hubiste sido gobernado
él/ella hubo sido gobernado
nosotros hubimos sido gobernados
vosotros hubisteis sido gobernados
ellos/ellas hubieron sido gobernados
Futuro
yo seré gobernado
serás gobernado
él/ella será gobernado
nosotros seremos gobernados
vosotros sereis gobernados
ellos/ellas serán gobernados
Futuro perfecto
yo habrè sido gobernado
habrás sido gobernado
él/ella habrá sido gobernado
nosotros habremos sido gobernados
vosotros habreis sido gobernados
ellos/ellas habrán sido gobernados
CONJUNTIVO - pasivo
Presente
yo sea gobernado
seas gobernado
él/ella sea gobernado
nosotros seamos gobernados
nosotros seáis gobernados
ellos/ellas sean gobernados
Pretérito perfecto
yo haya sido gobernado
hayas sido gobernado
él/ella haya sido gobernado
nosotros hayamos sido gobernado
nosotros hayáis sido gobernado
ellos/ellas hayan sido gobernado
Pretérito imperfetto I
yo fuere gobernado
fueres gobernado
él/ella fuere gobernado
nosotros fuéremos gobernados
nosotros fuereis gobernados
ellos/ellas fueren gobernados
Pretérito pluscuamperfecto I
yo hubiere sido gobernado
hubieres sido gobernado
él/ella hubiere sido gobernado
nosotros hubiéremos sido gobernados
nosotros hubierei sido gobernados
ellos/ellas hubieren sido gobernados
Pretérito pluscuamperfecto II
yo hubiese sido gobernado
hubieses sido gobernado
él/ella hubiese sido gobernado
nosotros hubiésemos sido gobernados
nosotros hubieseis sido gobernados
ellos/ellas hubiesen sido gobernados
Pretérito imperfetto II
Futuro
yo fuere gobernado
fueres gobernado
él/ella fuere gobernado
nosotros fuéremos gobernados
nosotros fuereis gobernados
ellos/ellas fueren gobernados
Futuro perfecto
yo hubiere sido gobernado
hubieres sido gobernado
él/ella hubiere sido gobernado
nosotros hubiéremos sido gobernados
nosotros hubiereis sido gobernados
ellos/ellas hubieren sido gobernados
POTENCIAL - pasivo
Presente
yo sería gobernado
serías gobernado
él/ella sería gobernado
nosotros seríamos gobernados
vosotros seríais gobernados
ellos/ellas serían gobernados
Perfecto
yo habría sido gobernado
habrías sido gobernado
él/ella habría sido gobernados
nosotros habríamos sido gobernados
vosotros habríais sido gobernados
ellos/ellas habrían sido gobernados
IMPERATIVO - pasivo
Positivo
-
sé gobernado
sea gobernado
seamos gobernados
sed gobernados
sean gobernados
 
 
 
 
 
 
 
INFINITO pasivo
Presente
ser gobernado
Compuesto
haber sido gobernado
PARTICIPIO - pasivo
Presente
que es gobernado
Compuesto
gobernado
GERUNDIO pasivo
Presente
siendo gobernado
Compuesto
habiendo sido gobernado