Pagina facebook
NihilScio         Home
 

Educational search engine
©2009-2017

Verbi e vocaboli Spagnolo

Italiano

Inglese

á     é     è     ì     í     ò
ó     ù     ú     ü     ñ     ç
Latin version Latino

sinonimi di escuchar
Cerca  frasi:
Italiano
Vocabolario e frasi
Mi corregga pure , mi riprenda , se non so parlare come si conviene ; ma si degni ascoltarmi .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Fatti pochi passi , si fermò ad ascoltare ; ma ancora invano .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Si potrebbe però , tanto nelle cose piccole , come nelle grandi , evitare , in gran parte , quel corso così lungo e così storto , prendendo il metodo proposto da tanto tempo , d'osservare , ascoltare , paragonare , pensare , prima di parlare .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Visitava i lazzeretti , per dar consolazione agl'infermi , e per animare i serventi ; scorreva la città , portando soccorsi ai poveri sequestrati nelle case , fermandosi agli usci , sotto le finestre , ad ascoltare i loro lamenti , a dare in cambio parole di consolazione e di coraggio .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
- Ardiresti tu di pretendere ch'io rubassi il tempo a questi afflitti , i quali aspettano ch'io parli loro del perdono di Dio , per ascoltar le tue voci di rabbia , i tuoi proponimenti di vendetta ? T'ho ascoltato quando chiedevi consolazione e aiuto ; ho lasciata la carità per la carità ; ma ora tu hai la tua vendetta in cuore: che vuoi da me ? vattene .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Quando fu appiè della cappella , andò a inginocchiarsi sull'ultimo scalino ; e lì fece a Dio una preghiera , o , per dir meglio , una confusione di parole arruffate , di frasi interrotte , d'esclamazioni , d'istanze , di lamenti , di promesse: uno di que' discorsi che non si fanno agli uomini , perche non hanno abbastanza penetrazione per intenderli , né pazienza per ascoltarli ; non son grandi abbastanza per sentirne compassione senza disprezzo .(Manzoni-I Promessi sposi)<>
---------------
Aveva già preso l'abitudine di levarsi ogni giorno all'alba e di fare una lunga passeggiata per i campi, fermandosi di tratto in tratto, incantata, ora per ascoltare nell'attonito silenzio dei piani, ove qualche filo d'erba vicino abbrividiva alla frescura dell'aria, il canto dei galli, che si chiamavano da un'aja all'altra; ora per ammirare qualche masso tigrato di gromme verdi, o il velluto del lichene sul vecchio tronco stravolto di qualche olivo saraceno.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Lasciatemi ascoltare.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Poggiò lo stetoscopio sul petto del giacente e vi piegò l'orecchio per ascoltare.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Gli aveva posato un po' a sghembo sul teschio il suo berretto di carta; e lo scheletro pareva un fantaccino su l'attenti, ad ascoltar la lezione che Ciro Colli, scultore-caporale, tra uno sbuffo e l'altro di fumo gl'impartiva: - E tu perché te ne sei andato a caccia? Vedi come ti sei conciato, caro mio? Brutto...(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Fanfulla ne fu molto contento, e seguitò a conversare a lungo con lui, ogni giorno; e quello ad ascoltare serio serio, finché, prima una zampa ad annaspare, poi levava la testa e spalancava la bocca a uno sbadiglio seguíto da un variato mugolío, per far intendere al padrone che bastava.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Ella notava con dispetto che, a poco a poco, le sue parole, il suo ragionamento, non avevano piú efficacia, poiché chi stava ad ascoltarla era tratto piuttosto ad ammirare quella grazia e a bearsene.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Si era tolta la mano dalla guancia, ed era rimasto attonito, sbalordito, ad ascoltare.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Spesso Clementina sta ad ascoltarla a bocca aperta.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Io stavo ad ascoltarlo, sbalordito; no, che dico sbalordito? quasi atterrito.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Il professor Bernardino Lamis, cosí rigido sempre, cosí contegnoso, quel giorno, gestiva! Troppa bile aveva accumulato in sei mesi, troppa indignazione gli avevano cagionato la servilità, il silenzio della critica italiana; e questo ora, ecco, era per lui il momento della rivincita! Tutti quei bravi giovani, che stavano ad ascoltarlo religiosamente, avrebbero parlato di questa sua lezione, avrebbero detto che egli era salito in cattedra quel giorno perché con maggior solennità partisse dall'Ateneo di Roma la sua sdegnosa risposta non al von Grobler soltanto, ma a tutta quanta la Germania.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Il solo Sciaramè se ne stava serio serio ad ascoltare, col mento appoggiato al pomo del bastoncino e gli occhi fissi al lume a petrolio.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
A un tratto un vecchio dalla barba e dai capelli lanosi, che se n'era stato finora zitto ad ascoltare, steso a pancia all'aria e fumando la pipa in fondo alla straducola, rizzò il capo che teneva appoggiato a una bardella d'asino, e, posandosi le grosse mani rocciose sul petto: - S'io fossi re, - disse, e sputò, - s'io fossi re, nemmeno una lettera farei piú arrivare a Fàrnia da laggiú.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Si toglie le mani dal volto e resta attonito ad ascoltare.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
D'allora in poi, egli, di tanto piú vecchio, e provato e sperimentato nel mondo, s'era sentito quasi bambino di fronte al figlio sacerdote Tutta la sua vita, trascorsa tra tante miserie e tante fatiche senza una macchia, che valore poteva avere davanti al candore di quel figlio cosí vicino a Dio? E s'era messo a parlare di lui come d'un santo, ad ascoltarlo a bocca aperta, beato, quand'egli veniva a trovarlo in campagna dal Collegio degli Oblati, dove per l'ingegno e per lo zelo era stato nominato precettore.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
Fortuna, che la povera vecchia mamma, di là, in mezzo ai fiori, non poteva piú ascoltare questa brava gente che si diceva proprio indignata per tanta irriverenza verso la morte di lei.(Pirandello - Novelle per un anno)<>
---------------
che dicesse qualche cosa , sempre la stessa .
E mi intontivo ad ascoltare questa voce , al sole , cercando di capire quel che volesse dirmi . ( Alberto Moravia )<>
---------------
Abbandonò la lettera e corse giú , ma arrivata al portone si fermò ad ascoltare: il cuore le batteva come se i colpi arrivassero al petto .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Stavo lí , istupidito , seduto immobile ad ascoltare la signora che parlava parlava parlava , o in compagnia della serva che taceva: sedevo a tavola con loro , li sentivo scherzare , far progetti per me , come fossi un loro figliuolo , e tutto mi dava pena , mi umiliava , eppure non potevo andarmene .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Efix cercò di passare oltre , ma la vecchia cominciò a parlar alto ed egli dovette fermarsi per ascoltarla .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Le parve che i vicini si affacciassero ad ascoltare la sua miseria .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
La testa di donna Ruth si reclinò prima di qua , poi di là , poi tutto il suo corpo parve protendersi in avanti e curvarsi ad ascoltar la voce della terra che la richiamava a sé .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Ecco , gli sembrava d'essere ancora seduto davanti alla sua capanna ad ascoltare l'usignolo che cantava laggiú tra gli ontani: sembrava la voce del fiume , quell'onda d'armonia che si spandeva a rinfrescare la notte , ed era cosí canora e straziante che gli stessi spiriti notturni si rifugiavano sull'orlo della collina protesi immobili ad ascoltarlo .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Essa verrà qui , a giorni ; non mandarla via , non perderla ! — Ma , sant'uomo ! Non hai orecchie per ascoltare ? Io ti dico che non posso tenerla , che non posso sposarla: devo pagare il debito delle zie ! — Tu lo pagherai sposandola .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Uscirono nel cortiletto , sedettero sullo scalino , e Giacinto tirò la porticina dietro di sé , come per impedire al lume e al fuoco di ascoltare ; ed Efix cercava le parole per trar fuori dal suo cuore il penoso segreto .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Non c'erano né canti , né suoni in questa piccola festa che ad Efix pareva riunione di banditi e di pastori radunatisi là per il desiderio di rivedere le loro donne e di ascoltare la santa messa .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Camminavano sempre a piccole tappe , fermandosi negli ovili dove il cieco riusciva a farsi ascoltare dai pastori: e pareva riconoscerli «all'odore» diceva lui , raccontando gli episodi piú commoventi del Vecchio Testamento ai piú semplici , ai timorati di Dio , e quelli che male interpretati avevano un sapore di scandalo , ai giovani ed ai libertini .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Allora Efix , senti – parliamo piano , non stia ad ascoltare – ebbene , ricordai il tuo consiglio .( Grazia Deledda - Canne al vento)
---------------
Andò ad ascoltar la sommessa richiesta della donna, le rispose qualche cosa e, ritrattasi colei, stette lì ad aspettare. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Luisa venne al piano in punta di piedi, stette ad ascoltar suo marito, a sentir la bellezza, la ricchezza, il fuoco di quell'anima ch'era sua e cui ell'apparteneva per sempre. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Poi, invece di ascoltare la diabolica disputa del piano col fagotto, parlò del Commissario di Porlezza e disse ch'egli aveva l'intenzione di venir a vedere i fiori di don Franco. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Il maligno uomo si preparava un divertimento squisito; dire al signor Giacomo e a don Giuseppe che sua moglie desiderava rimediare al mal fatto e metter pace, farli trovare tutti e tre insieme a casa sua, star ad ascoltare dietro un uscio la deliziosa scena che seguirebbe fra il signor Giacomo irritato, don Giuseppe atterrito, la Barborin addolorata e sorda. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Poi padre e madre si coricarono senza rumore, spensero il lume, stettero ad ascoltar con pena il sottile respiro breve della piccina. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Trovò il professore nell'orto, col Pinella, disse a Maria di andar a correre, a giuocare insieme al Pinella, ma la bambina, sempre avida di ascoltar i discorsi delle persone grandi, non volle assolutamente saperne. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Allora Luisa gli chiese di raccontarle il colloquio e stette ad ascoltarlo senza batter ciglio. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
Ora, quando io discorro con lui, Maria vorrebbe ascoltare sempre. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
L'Aliprandi e il professore si fermarono sul sagrato a guardar la finestra illuminata dell'alcova, ad ascoltare. (Fogazzaro - Piccolo mondo antico)
---------------
La lor felicità terribile non più si tendeva a mordere il dolore ma ad ascoltare il grido della bellezza dilaniata e derelitta. Pareti e volte decrepite; vecchie tele sfondate; tavole e seggiole sgangherate dalle gambe d'oro misere; tappezzerie lacere accanto a intonachi che si scrostavano, a mattoni che si sgretolavano; vasti letti pomposi, riflessi da specchi foschi; impalcature alzate a reggere i soffitti; e l'odore della muffa risecca e l'odore della calcina fresca; e pel vano d'una finestra due torri rosse nel cielo, un cigolio di passeri, uno schiamazzo di monelli; e pel vano d'un'altra una strada deserta, una chiesa senza preghiere, il picchierellare di due stampelle; e appeso un lampadario a gocciole di cristallo, e obliqua una striscia di sole sul pavimento; e un altro lampadario e un'altra striscia, e più triste la cosa lucida che l'estinta; e ancóra lampadarii in fila, guasti, pencolanti, simili a fragili scheletri congelati. O desolazione, desolazione senza bellezza!(D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
Tutt'e quattro, raccolti nello strombo della finestra, ascoltarono il lungo errante ronzo. Poi si guardarono tra loro fuggevolmente, e videro che tutt'e quattro avevano gli occhi chiari ma diversi, attoniti come se questa simiglianza dissimile scoprissero per la prima volta. (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
Come i rottami furono rimossi, districate le sàrtie, sollevate le tele, apparve il corpo esanime dell'eroe. L'occipite aderiva alla massa del motore per modo che i sette cilindri irti d'alette gli facevano una sorta di raggiera spaventosa, lorda di terra e d'erba sanguigne. Gli occhi leonini erano aperti e fissi; la bocca era intatta e tranquilla, senza contrattura alcuna, senza traccia d'ambascia, coi suoi puri denti di giovine veltro nel fulvo della barba fine come lanugine. L'arteria della tempia, recisa da un filo d'acciaio con la nettezza d'un colpo di rasoio, versava un rivo purpureo che riempiva l'orecchio, il collo, la clavicola, le cellette sottostanti del radiatore contorto, un pugno semichiuso. Chinandosi un medico sul petto per ascoltare il cuore che non batteva più, sentì contro la guancia prona il fresco d'una foglia di rosa. (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
Egli la lasciò, uscì fuggendo. Ella si soffermò ad ascoltare il respiro della sorella. In quel punto la strada taceva, ma s'udiva un fragore lontano di carri. Imagini incoerenti si avvicendavano nel suo spirito e l'allucinavano. Quella del suo amico le riapparve difforme come nella spera convessa del fanale, col mostruoso torace decapitato, col pugno gigantesco nel guanto rossastro. Ben era sveglia, ma l'incubo premeva la sua stanchezza come s'ella gli soggiacesse supina. Una nera paura la occupò: le forze fatali della notte si precipitavano sopra di lei come per predarla. Verso quel triste letto d'albergo, ove tanti passeggeri sconosciuti avevano lasciato il calore e l'impronta, ella portò il suo corpo carico di mille anime.(D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
— Vana, credi tu che Ulisse sia legato all'albero? Ha le mani dietro il dosso, come tu suoli quando canti; ma un eroe non può essere legato come uno schiavo. Se in tutta la sua vita travagliosa egli ha inseguito quelle tentatrici per tutti i mari, come può temere di ascoltarle? Non ha vincoli: le mani incallite nelle opere e nelle lotte egli le cela per inutili, poiché vive d'una vita in cui l'azione non ha significato alcuno. Ora comprendo. Un istinto misterioso, quando tu canti, quando tu sali alla tua vita vera, ti compone nella medesima attitudine. (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
— Gli Arabi dicono di lui: «Ha le labbra tanto dolci che saprebbe poppare le leonesse». Mentre suona, le sue braccia ondeggiano e tutto il suo corpo ondeggia come nel principio della danza. A poco a poco s'accende. Le sue palpebre dipinte si riempiono di passione e di voluttà. È l'emulo dell'usignuolo prigioniero nella gabbia d'aculei: grida e si spegne, gorgheggia e sospira, ha una gola di ruscello e un cuore di fiamma. Nessuno più fiata intorno. Le tazze restano piene e fumano. Sotto l'arco della porta le stelle sono così larghe che sembra si sieno appressate per ascoltarlo.... Ah, va, cercalo, e conducimelo, Aini! Danzerò per te. (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
Paolo si ritraeva nell'ombra, poggiava il capo alle due palme, per ascoltare; e in disparte beveva la sua malinconia a lunghi sorsi, come un esule inconsolato. Isabella gli rimaneva lontana ma pur l'occupava come se l'ombra di quell'angolo fosse la stessa ombra di lei, che l'avviluppasse. China, col respiro sospeso, con un ginocchio sollevato e sorretto dalle dita intessute, piena di forze funeste e senza nome, ella era intentissima a distinguere nel dialogo dei due strumenti quel ch'ella sola doveva comprendere.(D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
Ella aveva mantenuto il divieto fino a quel giorno, veramente «candidata in foco di dolore» come nel cantico del Pazzo di Cristo. Aveva consunto le notti nel suo letto fasciata di fiamme, simile a quella madonna senese di Taddeo di Bartolo, ch'ella teneva sul suo capezzale, cinta dalle ali degli angeli rossi come dalle lingue dell'incendio. Quante volte aveva detto al suo supplizio: «Ora mi levo, ora vado. Vado perché egli non muoia. Sento che muore d'attesa e d'aridezza». Quante volte s'era levata, era andata alla porta, era rimasta a piedi nudi su la soglia, vedendo nel corridoio buio un turbinìo di faville, cercando di ascoltare il respiro di Lunella e non potendo intendere se non il fragore del suo sangue imperversato su la sua volontà vacillante! Ma riafferrava la sua anima, la teneva ferma nelle sue mani convulse, irrigidendosi contro la tentazione, quasi impietrandosi nella sua durezza, simile alla pietra cruda del Palagio onde sporgono quelle atroci pugna di ferro per gli stendardi. (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
— Forse Ella può illuminarmi. L'inferma, a intervalli, crede di sentire qualcuno che cammina sotto il suo cranio, un passo concitato che suona dietro l'osso della sua fronte; e il suo terrore di quel supplizio e dell'eternità di quel supplizio è tale che non si può assistere all'accesso senza profondo strazio. Né gli intervalli le danno riposo, perché è di continuo nello sgomento e nell'attesa di riudire il passo. Se parla, si arresta per ascoltare. Quando l'ode avvicinarsi, si curva tutta sopra sé stessa, e rompe in supplicazioni confuse che non son riuscito a intendere, così forte il terrore le fa tremare le mascelle. Ma una volta ha detto, sotto voce, con un accento infantile: «Bisogna andare andare, mettersi in cammino e andare, coi nostri piedi, chi sa dove....» E mi sembra che in questo delirio entri per qualche parte la sorellina; perché a un certo punto è balzata in piedi, con una eccitazione spaventosa, gridando: «Ah no, questo no! Mi porta via Lunella, mi si prende Lunella! Ah, questo no! Non me la togliere! Dove la porti? dove la trascini? non vedi? è piccola, non può seguirti.... Lasciala! Perché mi fai questo? Non vedi come sono? Non posso farti più male. Tu mi cammini sopra, tu mi passi sopra. Sono diventata la tua via....» (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
La demente aveva chiesto a Chiaretta la vecchia scatola armonica dal pettine d'acciaio; il suo scarabillo. Ella s'insanguinava le dita contro le punte del cilindro, come a sei anni. Stava accosciata e china a ricevere l'aura della doppia aletta, ad ascoltare la voce piccola e infinita che saliva dal fondo della sua infanzia. (D'Annunzio - Forse che sì forse che no)
---------------
* Notavo che Adriana stessa, la quale non mi rivolgeva mai alcuna domanda men che discreta, stava pure tutta orecchi ad ascoltare ciò che rispondevo a quelle della Caporale, che, per dir la verità, andavano spesso un po’ troppo oltre i limiti della curiosità naturale e scusabile. ( Pirandello - Il fu Mattia Pascal )<>
---------------
Dalla sorpresa ridicolissima che ne provai, m’accorsi intanto che io, in tutte quelle sere, non avevo parlato affatto per lei, ma per quell’altra che se n’era stata sempre taciturna ad ascoltare. ( Pirandello - Il fu Mattia Pascal )<>
---------------
* Ma come potevo ascoltarla, questa benedetta voce della ragione, se essa mi parlava appunto per la bocca di lui, di Papiano, il quale per me aveva torto, torto evidente, torto sfacciato? Non voleva egli mandarmi via, infatti, per frodare il Paleari e rovinare Adriana? Questo soltanto io potevo allora comprendere da tutti que’ suoi discorsi. ( Pirandello - Il fu Mattia Pascal )<>
---------------
* In quell'andito v'era una porta vetrata che dava sopra una corticina scoperta: la schiudevo appena e mi mettevo ad ascoltar l'acqua che veniva giù stanca e a malincuore , rimbalzando sui mattoni e sulle pozze ; che veniva giù senz'entusiasmo , senza furia , ma con l'ostinatezza lenta e odiosa di qualcosa che non finirà mai . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Volevo sentire una mano nella mia mano , volevo essere ascoltato e ascoltare ; aver qualcuno a cui dire in segreto , nell'abbandono indimenticabile delle prime amicizie , quei sentimenti quei desideri -56 e pensieri , che non si posson dire ai babbi e alle mamme . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* — 141 — Eppure non voglio guastarmi irrimediabilmente con lei — e con tutte le donne che volessero per caso ascoltarmi . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Sentivo la necessità di raccogliermi tutto , neir intimo nel più profondo di me , in un silenzio che mi facesse ascoltare soltanto me stesso — e nient'altro . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Nessuno voleva ascoltarlo ma le sue parole turbavano ogni cuore . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Non ci si fa ascoltare da quello che non si vollero ascoltare . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Per questo tentai anch' io di conoscere gli uomini ; mi sono sforzato di mescolarmi fra loro , di prenderli a braccetto , di ascoltare i loro discorsi , di ricever le loro involontarie confidenze . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* E vi pare che questa sia azione di uomini che abbiano coscienza del loro posto in questo misterioso e adorabile universo ? Vi pare che i pochi che vedono quattro spanne più in là di queste bestie fanciulle , e sanno la fine che ci aspetta se non sapremo vincer coraggiosamente il destino creando una vita più pura dinanzi alla minaccia del nulla , vi pare , dico , che costoro dovrebbero incoraggiare questa fanciullonaggine e baloccaggine degli uomini e tenerli qui fermi davanti ai teatri di fogUo dove si muovono i burattini dei sogni ad ascoltare le peripezie immaginarie di fantasmi immaginari ? Perchè aver tanta compassione fuor di posto per loro e adoprar tanto genio per addormentarli e trastullarli mentre tanto più bello e pericoloso sarebbe svegliarli a forza — 247 — d'urli , metterli in faccia al buio , farli spenzolare col capo giù nell'abisso e forzarli così a rialzarsi , a scoprirsi , a farsi più dolorosi ma più alti davanti all'universo che ora appena li sopporta . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Volta per volta ci tocca ad assentire: anche il pazzo ha i suoi argomenti e bisogna ascoltarli con saggezza . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
* Li ho trattati male quando ho creduto che fossero degni di ascoltare la verità da un uomo . (G .Papini - Un uomo finito)<>
---------------
Io cominciavo ad ascoltare volentieri il suo racconto perché quei diciotto mesi di gravidanza sbrigati così , mi facevano ridere .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Ma essa aveva un’indole troppo polemica ed io non seppi ascoltarla quando dapprima volle provarmi ch’essa non avrebbe potuto fare altrimenti data l’esiguità del suo salario e che il dottore aveva avuto torto quando pochi giorni prima aveva dichiarato che due corone al giorno bastavano dacché l’Istituto dei Poveri manteneva tutta la sua famiglia .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Perciò rimasi , sottoposto continuamente alla tortura di ascoltare il vuoto cicaleccio cui la signora ora s’abbandonava sulle mode femminili ch’essa non voleva seguire , sul teatro e anche sul tempo tanto secco con cui la primavera s’annunziava .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>*
---------------
Come sempre , invece che guardare e ascoltare , ero tutt’occupato dal mio proprio pensiero .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Non pareva! Aveva poggiato il gomito su un tavolino e il mento sulla mano raccogliendosi per ascoltare .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>*
---------------
Essa , dopo d’esser stata ad ascoltarmi con l’aspetto di chi non sa risolversi ad ammettere nel loro senso le parole che gli sono dirette , m’interruppe .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
Il mio povero amico , sentendo il mio bisogno di medicine , si lusingò per un istante ch’io potessi essere affetto della stessa sua malattia e mi consigliò di farmi vedere , ascoltare e analizzare .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>*
---------------
Il Copler assisteva come un maestro che ad un esame ufficiale stia ad ascoltare la lezione ch’egli con grande fatica ha insegnata .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Però dinanzi a quella porta m’arrestai per un istante ad ascoltare i suoni della ballata «La mia bandiera» ch’echeggiavano gloriosamente sulle scale .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Stetti ad ascoltare distrattamente .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Poi le raccontai degli avvenimenti della mattina e come mia moglie m’avesse obbligato di uscire con lei e m’avesse condotto da mio suocero ove ero stato immobilizzato ad ascoltare come si discorreva di affari che non mi toccavano .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
* Volli baciarla , ma essa mi respinse eppoi si lasciò sfiorare dalle mie labbra le guancie , tanto per indurmi a starla ad ascoltare docilmente .(I.Svevo - La coscienza di zeno)<>
---------------
che dicesse qualche cosa , sempre la stessa .
E mi intontivo ad ascoltare questa voce , al sole , cercando di capire quel che volesse dirmi . ( Alberto Moravia )
---------------
ascoltabile
= che si può ascoltare .<>
---------------
ascoltante
= participio presente di ascoltare , ascoltatore , uditore .<>
---------------
ascolto
= l'atto , il fatto di ascoltare<>
---------------
auscultare
= verbo trans. ascoltare direttamente con l'orecchio , o con appositi apparecchi acustici , i rumori provenienti dagli organi interni del corpo , per esaminarli a fini diagnostici .<>
---------------
radiospia
= radiotrasmittente miniaturizzata che, occultata in apparecchi telefonici, sulla persona o in determinati ambienti, consente di ascoltare a distanza telefonate o conversazioni. <>
---------------
riascoltare
= verbo trans. ascoltare di nuovo. <>
---------------
usciolare
= verbo intransitivo ascoltare di nascosto dietro l'uscio <>
---------------
Spagnolo
Vocabolario e frasi
* Con silencio grande estuve escuchando lo que mi amigo me decía, y de tal manera se imprimieron en mí sus razones que, sin ponerlas en disputa, las aprobé por buenas, y de ellas mismas quise hacer este prólogo; en el cual verás, lector suave, la discreción de mi amigo, la buena ventura mía en hallar en tiempo tan necesitado tal consejero, y el alivio tuyo en hallar tan sincera y tan sin revueltas la historia del famoso don Quijote de la Mancha, de quien hay opinión por todos los habitadores del distrito del campo de Montiel, que fue el más casto enamorado y el más valiente caballero que de muchos años a esta parte se vio en aquellos contornos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* 80Todo esto que don Quijote decía escuchaba un escudero de los que el coche acompañaban, que era vizcaíno; el cual, viendo que no quería dejar pasar el coche adelante, sino que decía que luego había de dar la vuelta al Toboso, se fue para don Quijote, y, asiéndole de la lanza, le dijo, en mala lengua castellana y peor vizcaína2200, de esta manera: —Anda, caballero, que mal andes; por el Dios que criome, que, si no dejas coche, así te matas como estás ahí vizcaíno( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y antojósele hacer aquel inútil razonamiento a los cabreros, que, sin responderle palabra, embobados y suspensos, le estuvieron escuchando( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Dejo el bailar por tu causa, ni las músicas te pinto que has escuchado a deshoras y al canto del gallo primo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* 101 Con gran atención iban escuchando todos los demás la plática de los dos, y aun hasta los mismos cabreros y pastores conocieron la demasiada falta de juicio de nuestro don Quijote.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Escucha, pues, y presta atento oído, no al concertado son, sino al ruïdo que de lo hondo de mi amargo pecho, llevado de un forzoso desvarío, por gusto mío sale y tu despecho( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Bien les pareció a los que escuchado habían la canción de Grisóstomo, puesto que el que la leyó dijo que no le parecía que conformaba con la relación que él había oído del recato y bondad de Marcela, porque en ella se quejaba Grisóstomo de celos, sospechas y de ausencia, todo en perjuicio del buen crédito y buena fama de Marcela.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todas estas pláticas estaba escuchando muy atento don Quijote y, sentándose en el lecho como pudo, tomando de la mano a la ventera, le dijo: —Creedme, fermosa señora, que os podéis llamar venturosa por haber alojado en este vuestro castillo a mi persona, que es tal, que si yo no la alabo, es por lo que suele decirse que la alabanza propia envilece, pero mi escudero os dirá quién soy.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El bueno del arriero, a quien tenían despierto sus malos deseos, desde el punto que entró su coima por la puerta, la sintió; estuvo atentamente escuchando todo lo que don Quijote decía, y, celoso de que la asturiana le hubiese faltado a la palabra por otro, se fue llegando más al lecho de don Quijote, y estúvose quedo hasta ver en qué paraban aquellas razones que él no podía entender.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Levantóse Sancho con harto dolor de sus huesos, y fue a oscuras donde estaba el ventero, y, encontrándose con el cuadrillero, que estaba escuchando en qué paraba su enemigo, le dijo: —Señor, quien quiera que seáis, hacednos merced y beneficio de darnos un poco de romero, aceite, sal y vino, que es menester para curar uno de los mejores caballeros andantes que hay en la tierra, el cual yace en aquella cama malferido por las manos del encantado moro que está en esta venta( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Las voces que el mísero manteado daba fueron tantas, que llegaron a los oídos de su amo, el cual deteniéndose a escuchar atentamente, creyó que alguna nueva aventura le venía, hasta que claramente conoció que el que gritaba 123 era su escudero; y, volviendo las riendas, con un penado galope llegó a la venta, y, hallándola cerrada, la rodeó por ver si hallaba por donde entrar.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Alegróles el ruido en gran manera y, parándose a escuchar hacia qué parte sonaba, oyeron a deshora otro estruendo que les aguó el contento del agua, especialmente a Sancho, que naturalmente era medroso y de poco ánimo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Di como quisieres —respondió don Quijote—; que, pues la suerte quiere que no pueda dejar de escucharte, prosigue( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En cuanto lo que tocaba a la estancia de su habitación, dijo que no tenía otra que aquella que le ofrecía la ocasión donde le tomaba la noche, y acabó su plática con un tan tierno llanto, que bien fuéramos de piedra los que escuchado le habíamos si en él no le acompañáramos, considerándole cómo le habíamos visto la vez primera, y cuál le veíamos entonces.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Donde se prosigue la aventura de la Sierra Morena Dice la historia que era grandísima la atención con que don Quijote escuchaba al astroso caballero de la Sierra, el cual, prosiguiendo su plática, dijo: —Por cierto, señor, quienquiera que seáis, que yo no os conozco, yo os agradezco las muestras y la cortesía que conmigo habéis usado, y quisiera yo hallarme en términos que, con más que la voluntad, pudiera servir la que habéis mostrado tenerme en el buen acogimiento que me habéis hecho; mas no quiere mi suerte darme otra cosa con que corresponda a las buenas obras que me hacen, que buenos deseos de satisfacerlas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* 183 Árboles, yerbas y plantas que en aqueste sitio estáis, tan altos, verdes y tantas: si de mi mal no os holgáis, escuchad mis quejas santas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En esto, y en suspirar, y en llamar a los faunos y silvanos de aquellos bosques, a las ninfas de los ríos, a la dolorosa y húmida Eco, que le respondiese, consolasen y escuchasen, se entretenía, y en buscar algunas yerbas con que sustentarse en tanto que Sancho volvía; que si como 184tardó tres días, tardara tres semanas, el Caballero de la Triste Figura quedara tan desfigurado, que no le conociera la madre que lo parió( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Digo, pues —prosiguió Cardenio—, que, estando todos en la sala, entró el cura de la perroquia, y, tomando a los dos por la mano para hacer lo que en tal acto se requiere, al decir: «¿Queréis, señora Luscinda, al señor don Fernando, que está presente, por vuestro legítimo esposo, como lo manda la Santa Madre Iglesia?», yo saqué toda la cabeza y cuello de entre los tapices, y con atentísimos oídos y alma turbada me puse a escuchar lo que Luscinda respondía, esperando de su respuesta la sentencia de mi muerte o la confirmación de mi vida.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En fin, yo salí de aquella casa y vine a la de aquel donde había dejado la mula; hice que me la ensillase; sin despedirme dél subí en ella, y salí de la ciudad sin osar, como otro Lot, volver el rostro a miralla; y, cuando me vi en el campo solo y que la oscuridad de la noche me encubría y su silencio convidaba a quejarme, sin respeto o miedo de ser escuchado ni conocido, solté la voz y desaté la lengua en tantas maldiciones de Luscinda y de don Fernando, como si con ellas satisficiera el agravio que me habían hecho.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Llegaron, pues, a ella, y asiéndola por la mano el cura, prosiguió diciendo: —Lo que vuestro traje, señora, nos niega, vuestros cabellos nos descubren: señales claras que no deben de ser de poco momento las causas que han disfrazado vuestra belleza en hábito tan indigno, y traídola a tanta soledad como es esta, en la cual ha sido ventura el hallaros, si no para dar remedio a vuestros males, a lo menos para darles consejo, pues ningún mal puede fatigar tanto, ni llegar tan al estremo de serlo, mientras no acaba la vida, que rehuya de no escuchar siquiera el consejo que con buena intención se le da al que lo pade200 ce.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Que trata de la discreción de la hermosa Dorotea, con otras cosas de mucho gusto y pasatiempo —Esta es, señores, la verdadera historia de mi tragedia: mirad y juzgad ahora si los suspiros que escuchastes, las palabras que oístes y las lágrimas que de mis ojos salían, tenían ocasión bastante para mostrarse en mayor abundancia; y considerada la calidad de mi desgracia, veréis que será en vano el consuelo, pues es imposible el remedio della.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En las suyas sintieron los que escuchado la habían tanta lástima como admiración de su desgracia; y aunque luego quisiera el cura consolarla y aconsejarla, tomó primero la mano Cardenio, diciendo: —En fin, señora, que tú eres la hermosa Dorotea, la hija única del rico Clenardo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Porque, cuando es tiempo de la siega, se recogen aquí, las fiestas, muchos segadores, y siempre hay algunos que saben leer, el cual coge uno destos libros en las manos, y rodeámonos dél más de treinta, y estámosle escuchando con tanto gusto que nos quita mil canas; a lo menos, de mí sé decir que cuando oyo decir aquellos furibundos y terribles golpes que los caballeros pegan, que me toma gana de hacer otro tanto, y que querría estar oyéndolos noches y días( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Y yo ni más ni menos —dijo la ventera—, porque nunca tengo buen rato en mi casa, sino aquel que vos estáis escuchando leer; que estáis tan embobado, que no os acordáis de reñir por entonces( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Estas fueron las razones que Anselmo dijo a Lotario, a todas las cuales estuvo tan atento, que, si no fueron las que quedan escritas que le dijo, no desplegó sus labios hasta que hubo acabado, y viendo que no decía más, después que le estuvo mirando un buen espacio, como si mirara otra cosa que jamás hubiera visto, que le causara admiración y espanto, le dijo: —No me puedo persuadir, oh amigo Anselmo, a que no sean burlas las cosas que me has dicho; que a pensar que de veras las decías no consintiera que tan adelante pasaras, porque con no escucharte previniera tu larga arenga( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Porque si yo he de procurar quitarte la honra, claro está que te quito la vida, pues el hombre sin honra peor es que un muerto; y siendo yo el instrumento, como tú quieres que lo sea, de tanto mal tuyo, ¿no vengo a quedar deshonrado y, por el mesmo consiguiente, sin vida? Escucha, amigo Anselmo, y ten paciencia de no responderme hasta que acabe de decirte lo que se me ofreciere acerca de lo que te ha pedido tu deseo; que tiempo quedará para que tú me repliques y yo te escuche( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Calló en diciendo esto el virtuoso y prudente Lotario, y Anselmo quedó tan confuso y pensativo, que por un buen espacio no le pudo responder palabra; pero, en fin, le dijo: —Con la atención que has visto he escuchado, Lotario amigo, cuanto has querido decirme, y en tus razones, ejemplos y comparaciones he visto la mucha discreción que tienes y el estremo de la verdadera amistad que alcanzas; y ansimesmo veo y confieso que, si no sigo tu parecer y me voy tras el mío, voy huyendo del bien y corriendo tras el mal.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todo le sucedió como él quiso; Lotario despertó, y luego salieron los dos de casa, y así, le preguntó lo que deseaba; y le respondió Lotario que no le había parecido ser bien que la primera vez se descubriese del todo, y así, no había hecho otra cosa que alabar a Camila de hermosa, diciéndole que en toda la ciudad no se trataba de otra cosa que de su hermosura y discreción; y que este le había parecido buen principio para entrar ganando la voluntad y disponiéndola a que otra vez le escuchase con gusto, usando en esto del artificio que 241 el demonio usa cuando quiere engañar a alguno que está puesto en atalaya de mirar por sí; que se transforma en ángel de luz, siéndolo él de tinieblas, y, poniéndole delante apariencias buenas, al cabo descubre quien es, y sale con su intención, si a los principios no es descubierto su engaño.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero la suerte, que las cosas guiaba de otra manera, ordenó que, habiendo dejado Anselmo solos a Lotario y a Camila, como otras veces solía, él se encerró en un aposento, y por los agujeros de la cerradura estuvo mirando y escuchando lo que los dos trataban, y vio que en más de media hora Lotario no habló palabra a Camila ni se la hablara si allí estuviera un siglo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Con estos pensamientos, más honrados que acertados ni provechosos, estuvo otro día escuchando a Lotario, el cual cargó la mano de manera que comenzó a titubear la firmeza de Camila, y su honestidad tuvo harto que hacer en acudir a los ojos para que no diesen muestra de alguna amorosa compasión que las lágrimas y las razones de Lotario en su pecho habían despertado.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero como naturalmente tiene la mujer ingenio presto para el bien y para el mal, más que el varón, puesto que le va faltando cuando de propósito se pone a hacer discursos, luego al instante halló Camila el modo de remediar tan al parecer inremediable negocio, y dijo a Lotario que procurase que otro día se escondiese Anselmo donde decía, porque ella pensaba sacar de su escondimiento comodidad para que desde allí en adelante los dos se gozasen sin sobresalto alguno; y sin declararle del todo su pensamiento, le advirtió que tuviese cuidado que, en estando Anselmo escondido, él viniese cuando Leonela le llamase, y que a cuanto ella le dijese le respondiese como respondiera aunque no supiera que Anselmo le escuchaba( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todo esto escuchaba Anselmo, y a cada palabra que Camila decía se le mudaban los pensamientos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Tomole en esto a Camila un fuerte desmayo, y, arrojándose encima de una cama que allí estaba, comenzó Leonela a llorar muy amargamente y a decir: —¡Ay, desdichada de mí, si fuese tan sin ventura que se me muriese aquí entre mis brazos la flor de la honestidad del mundo, la corona de las buenas mujeres, el ejemplo de la castidad! Con otras cosas a éstas semejantes, que ninguno la escuchara que no la tuviera por la más lastimada y leal doncella del mundo, y a su señora por otra nueva y perseguida Penélope.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y como sabía que le escuchaba su amigo Anselmo, decía cosas que el que le oyera le tuviera mucha más lástima que a Camila, aunque por muerta la juzgara( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Atentísimo había estado Anselmo a escuchar y a ver representar la tragedia de la muerte de su honra; la cual con tan estraños y eficaces afectos la representaron los personajes della, que pareció que se habían transformado en la misma verdad de lo que fingían.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y dijo Sancho: —No tienen que pararse a escuchar, sino entren a despartir la pelea, o a ayudar a mi amo; aunque ya no será menester, porque sin duda alguna el gigante está ya muerto y dando cuenta a Dios de su pasada y mala vida; que yo vi correr la sangre por el suelo y la cabeza cortada y caída a un lado, que es tamaña como un gran cuero de vino( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Había en este entretanto vuelto Dorotea en sí, y había estado escuchando todas las razones que Luscinda dijo, por las cuales vino en conocimiento de quién ella era; que, viendo que don Fernando aún no la dejaba de los brazos ni respondía a sus razones, esforzándose lo más que pudo, se levantó y se fue a hincar de rodillas a sus pies, y, derramando mucha cantidad de hermosas y lastimeras lágrimas, así le comenzó a decir: —Si ya no es, señor mío, que los rayos deste sol que en tus brazos eclipsado tienes te quitan y ofuscan los de tus ojos, ya habrás echado de ver que la que a tus pies está arrodillada es la sinventura, hasta que tú quieras, y la desdichada Dorotea.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Donde se prosigue la historia de la famosa infanta Micomicona, con otras graciosas aventuras Todo esto escuchaba Sancho no con poco dolor de su ánima, viendo que se le desparecían e iban en humo las esperanzas de su ditado, y que la linda princesa Micomicona se le había vuelto en Dorotea, y el gigante en don Fernando, y su amo se estaba durmiendo a lo sueño suelto, bien descuidado de todo lo sucedido.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Estas palabras, el grande afecto con que la mora las dijo, hicieron derramar más de una lágrima a algunos de los que la escucharon, especialmente a las mujeres, que de su naturaleza son tiernas y compasivas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Antes, como todos los más eran caballeros, a quien son anejas las armas, le escuchaban de muy buena gana; y él prosiguió diciendo: —Digo, pues, que los trabajos del estudiante son estos: principalmente pobreza; no porque todos sean pobres, sino por poner este caso en todo el estremo que pueda ser, y en haber dicho que padece pobreza, me parece que no había que decir más de su mala ventura.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En los que escuchado le habían sobrevino nueva lástima, de ver que hombre que, al parecer, tenía buen entendimiento y buen discurso en todas las cosas que trataba, le hubiese perdido tan rematadamente en tratándole de su negra y pizmienta6677 caballería.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Viendo esto, desatamos a los moros y uno a uno los pusimos en tierra, de lo que ellos se quedaron admirados; pero llegando a desembarcar al padre de Zoraida, que ya estaba en todo su acuerdo, dijo: «¿Por qué pensáis, cristianos, que esta mala hembra huelga de que me deis libertad? ¿Pensáis que es por piedad que de mí tiene? No, por cierto; sino que lo hace por el estorbo que le dará mi presencia cuando quiera poner en ejecución sus malos deseos; ni penséis que la ha movido a mudar religión entender ella que la vuestra a la nuestra se 297 aventaja, sino el saber que en vuestra tierra se usa la deshonestidad más libremente que en la nuestra.» Y, volviéndose a Zoraida, teniéndole yo y otro cristiano de entrambos brazos asido porque algún desatino no hiciese, le dijo: «¡Oh infame moza y mal aconsejada muchacha! ¿Adónde vas ciega y desatinada, en poder destos perros, naturales enemigos nuestros? ¡Maldita sea la hora en que yo te engendré y malditos sean los regalos y deleites en que te he criado!» Pero viendo yo que llevaba término de no acabar tan presto, di priesa a ponelle en tierra, y desde allí, a voces, prosiguió en sus maldiciones y lamentos, rogando a Mahoma rogase a Alá que nos destruyese, confundiese y acabase; y cuando, por habernos hecho a la vela, no podimos oír sus palabras, vimos sus obras, que eran arrancarse las barbas, mesarse los cabellos y arrastrarse por el suelo; mas una vez esforzó la voz de tal manera, que podimos entender que decía: «¡Vuelve, amada hija, vuelve a tierra, que todo te lo perdono; entrega a esos hombres ese dinero que ya es suyo, y vuelve a consolar a este triste padre tuyo que en esta desierta arena dejará la vida, si tú le dejas!» Todo lo cual escuchaba Zoraida, y todo lo sentía y lloraba, y no supo decirle ni respondelle palabra, sino: «¡Plega a Alá, padre mío, que Lela Marién, que ha sido la causa de que yo sea cristiana, ella te consuele en tu tristeza! Alá sabe bien que no pude hacer otra cosa de la que he hecho, y que estos cristianos no deben nada a mi voluntad, pues aunque quisiera no venir con ellos y quedarme en mi casa, me fuera imposible, según la priesa que me daba mi alma a poner por obra esta que a mí me parece tan buena como tú, padre amado, la juzgas por mala.» Esto dijo a tiempo que ni su padre la oía, ni nosotros ya le veíamos; y, así, consolando yo a Zoraida, atendimos todos a nuestro viaje, el cual nos le facilitaba el proprio viento, de tal manera, que bien tuvimos por cierto de vernos otro día al amanecer en las riberas de España.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y es de tal manera el gusto que hemos recebido en escuchalle que, aunque os hallara el día de mañana entretenidos en el mesmo cuento, holgáramos que de nuevo se comenzara( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En efecto, el señor oidor entró confuso, así de lo que veía como de lo que escuchaba, y las hermosas de la venta dieron la bienllegada a la hermosa doncella( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todo lo que el cura decía estaba escuchando algo de allí desviado el capitán, y notaba todos los movimientos que su hermano hacía.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero todas estas razones de don Quijote ya no las escuchaba nadie, porque así como Maritornes le ató, ella y la otra se fueron, muertas de risa, y le dejaron asido de manera, que fue imposible soltarse.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Quedó don Quijote consolado con la escuchada profecía, porque luego coligió de todo en todo la significación de ella, y vio que le prometían el verse ayuntado en santo y debido matrimonio con su querida Dulcinea del Toboso, de cuyo felice vientre saldrían los cachorros, que eran sus hijos, para gloria perpetua de la Mancha.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* El cura le estuvo escuchando con grande atención, y pareciole hombre de buen entendimiento y que tenía razón en cuanto decía; y así, le dijo que, por ser él de su mesma opinión y tener ojeriza a los libros de caballerías, había quemado todos los de don Quijote, que eran muchos.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Porque de haber oído la comedia artificiosa y bien ordenada, saldría el oyente alegre con las burlas, enseñado con las veras, admirado de los sucesos, discreto con las razones, advertido con los embustes, sagaz con los ejemplos, airado contra el vicio y enamorado de la virtud; que todos estos afectos ha de despertar la buena comedia en el ánimo del que la escuchare, por rústico y torpe que sea.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Sí doy —respondió don Quijote, que todo lo estaba escuchando—; cuanto más que el que está encantado, como yo, no tiene libertad para hacer de su persona lo que quisiere, porque el que le encantó le puede hacer que no se mueva de un lugar en tres siglos, y si hubiere huido, le hará volver en volandas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Atentísimamente estuvo don Quijote escuchando las razones del canónigo, y, cuando vio que ya había puesto fin a ellas, después de haberle estado un buen espacio mirando, le dijo: —Paréceme, señor hidalgo, que la plática de vuestra merced se ha encaminado a querer darme a entender que no ha habido caballeros andantes en el mundo, y que todos los libros de caballerías son falsos, mentirosos, dañadores e inútiles para la república, y que yo he hecho mal en leerlos y peor en creerlos, y más mal en imitarlos, habiéndome puesto a seguir la durísima profesión de la caballería andante que ellos enseñan; negándome que no ha habido en el mundo Amadises, ni de Gaula, ni de Grecia, ni todos los otros caballeros de que las escrituras están llenas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Comenzad, pues, amigo; que todos escucharemos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Tú estás en lo cierto, Sancho —dijo don Quijote—; vete adonde quisieres y come lo que pudieres; que yo ya estoy satisfecho, y sólo me falta dar al alma su refacción, como se la daré escuchando el cuento deste buen hombre( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* De la pendencia que don Quijote tuvo con el cabrero, con la rara aventura de los deceplinantes, a quien dio felice fin a costa de su sudor General gusto causó el cuento del cabrero a todos los que escuchado le habían, especialmente le recibió el canónigo, que con estraña curiosidad notó la manera con que le había contado, tan lejos de parecer rústico cabrero cuan cerca de mostrarse discreto cortesano; y así, dijo que había dicho muy bien el cura en decir que los montes criaban letrados.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Llegó, pues, a la procesión, y paró a Rocinante, que ya llevaba deseo de quietarse un poco, y con turbada y ronca voz, dijo: —Vosotros, que quizá por no ser buenos os encubrís los rostros, atended y escuchad lo que deciros quiero( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo seguro —respondió el cura— que la sobrina o el ama nos lo cuenta después, que no son de condición que dejarán de escucharlo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Mira, Teresa —respondió Sancho—, y escucha lo que agora quiero decirte, quizá no lo habrás oído en todos los días de tu vida, y yo agora no hablo de mío; que todo lo que pienso decir son sentencias del padre predicador que la cuaresma pasada predicó en este pueblo, el cual, si mal no me acuerdo, dijo que todas las cosas presentes que los ojos están mirando se presentan, están y asisten en nuestra memoria mucho mejor y con más vehemencia que las cosas pasadas( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A lo que respondió don Quijote: —Ama, lo que Dios responderá a tus quejas yo no lo sé, ni lo que ha de responder su Majestad tampoco, y sólo sé que si yo fuera rey, me escusara de responder a tanta infinidad de memoriales impertinentes como cada día le dan; que uno de los mayores trabajos que los reyes tienen entre otros muchos es el estar obligados a escuchar a todos y a responder a todos, y, así, no querría yo que cosas mías le diesen pesadumbre( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero poco espacio de tiempo había pasado cuando le despertó un ruido que sintió a sus espaldas, y, levantándose con sobresalto, se puso a mirar y a escuchar de dónde el ruido procedía, y vio que eran dos hombres a caballo, y que el uno, dejándose derribar de la silla, dijo al otro: —Apéate, amigo, y quita los frenos a los caballos; que, a mi parecer, este sitio abunda de yerba para ellos y del silencio y soledad que han menester mis amorosos pensamientos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero escucha; que, a lo que parece, templando está un laúd o vigüela, y según escupe y se desembaraza el pecho, debe de prepararse para cantar algo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Sosegaos, señor caballero —dijo don Quijote—, y escuchad lo que deciros quiero.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —A mi mujer con eso —dijo Sancho Panza, que hasta entonces había ido callando y escuchando—, la cual no quiere sino que cada uno case con su igual, ateniéndose al refrán que dicen «cada oveja con su pareja»; lo que yo quisiera es, que ese buen Basilio, que ya me le voy aficionando, se casara con esa señora Quiteria; que buen siglo hayan y buen poso, iba a decir al revés, los que estorban que se casen los que bien se quieren( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sancho Panza, que lo escuchaba todo, dijo: —El rey es mi gallo, a Camacho me atengo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¡Oh desdichado Montesinos! ¡Oh malferido Durandarte! ¡Oh sin ventura Belerma! ¡Oh lloroso Guadiana, y vosotras sin dicha hijas de Ruidera, que mostráis en vuestras aguas las que lloraron vuestros hermosos ojos! Con atención escuchaban el primo y Sancho las palabras de don Quijote, que las decía como si con dolor inmenso las sacara de las entrañas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* ¿No se representan por ahí casi de ordinario mil comedias llenas de mil impropiedades y disparates, y, con todo eso, corren felicísimamente su carrera y se escuchan, no sólo con aplauso, sino con admiración y todo? Prosigue, muchacho, y deja decir, que como yo llene mi talego, siquiera represente más impropiedades que tiene átomos el sol( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todos le dijeron que dijese lo que quisiese, que de buena gana le escucharían( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Encogió Sancho los hombros, obedeció y sentose, y todas las doncellas y dueñas de la duquesa la rodearon atentas, con grandísimo silencio, a escuchar lo que diría; pero la duquesa fue la que habló primero, diciendo: —Ahora que estamos solos, y que aquí no nos oye nadie, querría yo que el señor gobernador me asolviese ciertas dudas que tengo, nacidas de la historia que del gran don Quijote anda ya impresa, una de las cuales dudas es que, pues el buen Sancho nunca vio a Dulcinea, digo a la señora Dulcinea del Toboso, ni le llevó la carta del señor don Quijote porque se quedó en el libro de memoria en Sierra Morena, cómo se atrevió a fingir la respuesta y aquello de que la halló ahechando trigo, siendo todo burla y mentira, y tan en daño de la buena opinión de la sin par Dulcinea, y todas que no vienen bien con la calidad y fidelidad de los buenos escuderos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* A estas razones, sin responder con alguna, se levantó Sancho de la silla, y con pasos quedos, el cuerpo agobiado y el dedo puesto sobre los labios, anduvo por toda la sala levantando los doseles, y luego, esto hecho, se volvió a sentar y dijo: —Ahora, señora mía, que he visto que no nos escucha nadie de solapa, fuera de los circunstantes, sin temor ni sobresalto, responderé a lo que se me ha preguntado y a todo aquello que se me preguntare; y lo primero que digo es que yo tengo a mi señor don Quijote por loco rematado, puesto que algunas veces dice cosas que, a mi parecer y aun de todos aquellos que le escuchan, son tan discretas y por tan buen carril encaminadas, que el mesmo Satanás no las podría decir mejores; pero, con todo esto, verdaderamente y sin escrúpulo, a mí se me ha asentado que es un mentecato.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Y ¡cómo que no mienten! —dijo a esta sazón doña Rodríguez, la dueña, que era una de las escuchantes—, que un romance hay que dice, que metieron al rey Rodrigo vivo vivo en una tumba llena de sapos, culebras y lagartos, y que de allí a dos días dijo el rey desde dentro de la tumba, con voz doliente y baja: Ya me comen, ya me comen por do más pecado había( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —¡Maldito seas de Dios y de todos sus santos, Sancho maldito —dijo don Quijote—, y cuándo será el día, como otras muchas veces he dicho, donde yo te vea hablar sin refranes una razón corriente y concertada! Vuestras grandezas dejen a este tonto, señores míos, que les molerá las almas, no sólo puestas entre dos, sino entre dos mil refranes traídos tan a sazón y tan a tiempo cuanto le dé Dios a él la salud, o a mí si los querría escuchar( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Ello dirá —dijo don Quijote, que todo lo escuchaba( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Pero hacer caso de tres mil y trecientos azotes, que no hay niño de la doctrina, por ruin que sea, que no se los lleve cada mes, admira, adarva, espanta a todas las entrañas piadosas de los que lo escuchan y aun las de todos aquellos que lo vinieren a saber con el discurso del tiempo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Comieron y, después de alzado los manteles y después de haberse entretenido un buen espacio con la sabrosa conversación de Sancho, a deshora se oyó el son tristísimo de un pífaro y el de un ronco y destemplado tambor; todos mostraron alborotarse con la confusa, marcial y triste armonia, especialmente don Quijote que no cabía en su asiento de puro alborotado; de Sancho no hay que decir, sino que el miedo le llevó a su acostumbrado refugio, que era el lado o faldas de la duquesa, porque real y verdaderamente el son que se escuchaba era tristísimo y malencólico.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo soy don Quijote de la Mancha, cuyo asumpto es acudir a toda suerte de menesterosos y, siendo esto así como lo es, no habéis menester, señora, captar benevolencias ni buscar preámbulos, sino a la llana y sin rodeos decir vuestros males; que oídos os escuchan que sabrán, si no remediarlos, dolerse dellos( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Esto que hasta aquí te he dicho son documentos que han de adornar tu alma; escucha ahora los que han de servir para adorno del cuerpo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Atentísimamente le escuchaba Sancho y procuraba conservar en la memoria sus consejos, como quien pensaba guardarlos y salir por ellos a buen parto de la preñez de su gobierno.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Anda despacio; habla con reposo, pero no de manera que parezca que te escuchas a ti mismo, que toda afectación es mala.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Púsose a escuchar atentamente; levantaron la voz los de abajo, tanto, que pudo oír estas razones: —No me porfíes, ¡oh Emerencia!, que cante, pues sabes que desde el punto que este forastero entró en este castillo, y mis ojos le miraron, yo no sé cantar, sino llorar; cuanto más que el sueño de mi señora tiene más de ligero que de pesado, y no querría que nos hallase aquí por todo el tesoro del mundo; y, puesto caso que durmiese y no despertase, en vano sería mi canto si duerme y no despierta para oírle este nuevo Eneas, que ha llegado a mis regiones para dejarme escarnida( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Luego imaginó que alguna doncella de la duquesa estaba dél enamorada y que la honestidad la forzaba a tener secreta su voluntad; temió no le rindiese, y propuso en su pensamiento el no dejarse vencer; y, encomendándose de todo buen ánimo y buen talante a su señora Dulcinea del Toboso, determinó de escuchar la música, y para dar a entender que allí estaba, dio un fingido estornudo, de que no poco se alegraron las doncellas, que otra cosa no deseaban sino que don Quijote las oyese( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Mi voz, ya ves, si me escuchas, que a la que es más dulce iguala, y soy de disposición algo menos que mediana( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Aquí llegaba don Quijote de su canto, a quien estaban escuchando el duque y la duquesa, Altisidora y casi toda la gente del castillo, cuando de improviso, desde encima de un corredor que sobre la reja de don Quijote a plomo caía, descolgaron un cordel donde venían más de cien cencerros asidos, y luego tras ellos derramaron un gran saco de gatos, que asimismo traían cencerros menores atados a las colas.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Don Quijote se acorrucó y se cubrió todo, no dejando más de el rostro descubierto y, habiéndose los dos sosegado, el primero que rompió el silencio fue don Quijote, diciendo: —Puede vuesa merced ahora, mi señora doña Rodríguez, descoserse y desbuchar todo aquello que tiene dentro de su cuitado corazón y lastimadas entrañas; que será de mí escuchada con castos oídos y socorrida con piadosas obras( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Y si el pobre del juez no los escucha y despacha, o porque no puede o porque no es aquel el tiempo diputado para darles audiencia, luego les maldicen y murmuran, y les roen los huesos y aun les deslindan los linajes.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Sentose en la cama y estuvo atento y escuchando, por ver si daba en la cuenta de lo que podía ser la causa de tan grande alboroto; pero no sólo no lo supo, pero añadiéndose al ruido de voces y campanas el de infinitas trompetas y atambores, quedó más confuso y lleno de temor y espanto, y, levantándose en pie, se puso unas chinelas por la humedad del suelo, y sin ponerse sobrerropa de levantar ni cosa que se pareciese, salió a la puerta de su aposento a tiempo cuando vio venir por unos corredores más de veinte personas con hachas encendidas en las manos y con las espadas desenvainadas, gritando todos a grandes voces: —¡Arma, arma, señor gobernador, arma!; que han entrado infinitos enemigos en la ínsula, y somos perdidos si vuestra industria y valor no nos socorre( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Unos tropezaban en él, otros caían, y tal hubo quien se puso encima un buen espacio, y, desde allí, como desde atalaya, gobernaba los ejércitos, y a grandes voces decía: —¡Aquí de los nuestros: que por esta parte cargan más los enemigos! ¡Aquel portillo se guarde, aquella puerta se cierre, aquellas escalas se tranquen! ¡Vengan alcancías, pez y resina en calderas de aceite ardiendo! ¡Trinchéense las calles con colchones! En fin, él nombraba con todo ahínco todas las baratijas e instrumentos y pertrechos de guerra, con que suele defenderse el asalto de una ciudad, y el molido Sancho, que lo escuchaba y sufría todo, decía entre si: —¡Oh, si mi Señor fuese servido que se acabase ya de perder esta ínsula, y me viese yo, o muerto o fuera desta grande angustia! Oyó el cielo su petición y, cuando menos lo esperaba, oyó voces que decían: —¡Vitoria, vitoria, los enemigos van de vencida! ¡Ea, señor gobernador, levántese vuesa merced!; y venga a gozar del vencimiento y a repartir los despojos que se han tomado a los enemigos, por el valor dese invencible brazo( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Desta manera se lamentaba Sancho Panza, y su jumento le escuchaba sin responderle palabra alguna, tal era el aprieto y angustia en que el pobre se hallaba.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Finalmente, habiendo pasado toda aquella noche en miserables quejas y lamentaciones, vino el día, con cuya claridad y resplandor vio Sancho que era imposible de toda imposibilidad salir de aquel pozo sin ser ayudado, y comenzó a lamentarse y dar voces, por ver si alguno le oía; pero todas sus voces eran dadas en desierto, pues por todos aquellos contornos no había persona que pudiese escucharle, y entonces se acabó de dar por muerto.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* En fin, le detuvo y no cayó; y, llegándose algo más cerca sin apearse, miró aquella hondura, y, estándola mirando, oyó grandes voces dentro, y, escuchando atentamente, pudo percebir y entender que el que las daba decía: —¡Ah de arriba! ¿Hay algún cristiano que me escuche o algún caballero caritativo que se duela de un pecador enterrado en vida, o un desdichado desgobernado gobernador? Pareciole a don Quijote que oía la voz de Sancho Panza, de que quedó suspenso y asombrado y, levantando la voz todo lo que pudo, dijo: —¿Quién está allá bajo, quién se queja? —¿Quién puede estar aquí, o quién se ha de quejar —respondieron—, sino el asendereado de Sancho Panza, gobernador, por sus pecados y por su mala andanza, de la ínsula Barataria, escudero que fue del famoso caballero don Quijote de la Mancha? Oyendo lo cual don Quijote, se le dobló la admiración y se le acrecentó el pasmo, viniéndosele al pensamiento que Sancho Panza debía de ser muerto, y que estaba allí penando su alma; y, llevado desta imaginación, dijo: —Conjúrote por todo aquello que puedo conjurarte, como católico cristiano, que me digas quién eres, y si eres alma en pena, dime qué quieres que haga por ti, que pues es mi profesión favorecer y acorrer a los necesitados deste mundo, también lo seré para acorrer y ayudar a los menesterosos del otro mundo, que no pueden ayudarse por sí propios( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Estando como queda dicho, mirándole todos, a deshora entre las otras dueñas y doncellas de la duquesa que le miraban, alzó la voz la desenvuelta y discreta Altisidora, y en son lastimero dijo: Escucha, mal caballero, detén un poco las riendas; no fatigues las ijadas de tu mal regida bestia( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Yo, pues, agradecido a la merced que aquí se me ha hecho, no pudiendo corresponder a la misma medida, conteniéndome en los estrechos limites de mi poderío, ofrezco lo que puedo y lo que tengo de mi cosecha, y así, digo que sustentaré dos días naturales, en metad de ese camino real que va a Zaragoza, que estas señoras zagalas contrahechas que aquí están son las más hermosas doncellas y más corteses que hay en el mundo, excetando sólo a la sin par Dulcinea del Toboso, única señora de mis pensamientos, con paz sea dicho de cuantos y cuantas me escuchan( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Oyendo lo cual Sancho, que con grande atención le había estado escuchando, dando una gran voz, dijo: —¿Es posible que haya en el mundo personas que se atrevan a decir y a jurar que este mi señor es loco? Digan vuesas mercedes, señores pastores, ¿hay cura de aldea, por discreto y por estudiante que sea, que pueda decir lo que mi amo ha dicho, ni hay caballero andante, por mas fama que tenga de valiente, que pueda ofrecer lo que mi amo aquí ha ofrecido? Volviose don Quijote a Sancho y, encendido el rostro y colérico, le dijo: —¿Es posible, oh Sancho, que haya en todo el orbe alguna persona que diga que no eres tonto, aforrado de lo mismo, con no sé qué ribetes de malicioso y de bellaco? ¿Quién te mete a ti en mis cosas y en averiguar si soy discreto o majadero? Calla y no me repliques, sino ensilla, si está desensillado Rocinante; vamos a poner en efecto mi ofrecimiento, que con la razón que va de mi parte, puedes dar por vencidos a todos cuantos quisieren contradecirla( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Don Quijote, que estaba escuchando atentamente lo que Claudia había dicho y lo que Roque Guinart respondió, dijo: —No tiene nadie para qué tomar trabajo en defender a esta señora; que lo tomo yo a mi cargo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Todo era poner espías, escuchar centinelas, soplar las cuerdas de los arcabuzes, aunque traían pocos, porque todos se servían de pedreñales( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Paseose don Antonio con don Quijote por todo el aposento rodeando muchas veces la mesa, después de lo cual dijo: —Agora, señor don Quijote, que estoy enterado que no nos oye y escucha alguno y está cerrada la puerta, quiero contar a vuesa merced una de las más raras aventuras o, por mejor decir, novedades que imaginarse pueden, con condición que lo que a vuesa merced dijere lo ha de depositar en los últimos retretes del secreto( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* Que trata de lo que verá el que lo leyere, o lo oirá el que lo escuchare leer Al salir de Barcelona volvió don Quijote a mirar el sitio donde había caído y dijo: —Aquí fue Troya; aquí mi desdicha, y no mi cobardía, se llevó mis alcanzadas glorias; aquí usó la fortuna conmigo de sus vueltas y revueltas; aquí se escurecieron mis hazañas; aquí, finalmente, cayó mi ventura para jamás levantarse( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
* —Eso creo yo muy bien —dijo a esta sazón Sancho—, porque el decir gracias no es para todos, y ese Sancho que vuesa merced dice, señor gentilhombre, debe de ser algún grandísimo bellaco, frión y ladrón juntamente; que el verdadero Sancho Panza soy yo, que tengo más gracias que llovidas, y, si no, haga vuesa merced la experiencia y ándese tras de mí por lo menos un año, y verá que se me caen a cada paso, y tales y tantas que, sin saber yo las más veces lo que me digo, hago reír a cuantos me escuchan; y el verdadero don Quijote de la Mancha, el famoso, el valiente y el discreto, el enamorado, el desfacedor de agravios, el tutor de pupilos y huérfanos, el amparo de las viudas, el matador de las doncellas, el que tiene por única señora a la sin par Dulcinea del Toboso, es este señor que está presente, que es mi amo.( Cervantes - Don Quijote)<>
---------------
Coniugazione:1 - ascoltare
Ausiliare:avere transitivo
INDICATIVO - attivo
Presente
io ascolto
tu ascolti
egli ascolta
noi ascoltiamo
voi ascoltate
essi ascoltano
Imperfetto
io ascoltavo
tu ascoltavi
egli ascoltava
noi ascoltavamo
voi ascoltavate
essi ascoltavano
Passato remoto
io ascoltai
tu ascoltasti
egli ascoltò
noi ascoltammo
voi ascoltaste
essi ascoltarono
Passato prossimo
io ho ascoltato
tu hai ascoltato
egli ha ascoltato
noi abbiamo ascoltato
voi avete ascoltato
essi hanno ascoltato
Trapassato prossimo
io avevo ascoltato
tu avevi ascoltato
egli aveva ascoltato
noi avevamo ascoltato
voi avevate ascoltato
essi avevano ascoltato
Trapassato remoto
io ebbi ascoltato
tu avesti ascoltato
egli ebbe ascoltato
noi avemmo ascoltato
voi eveste ascoltato
essi ebbero ascoltato
Futuro semplice
io ascolterò
tu ascolterai
egli ascolterà
noi ascolteremo
voi ascolterete
essi ascolteranno
Futuro anteriore
io avrò ascoltato
tu avrai ascoltato
egli avrà ascoltato
noi avremo ascoltato
voi avrete ascoltato
essi avranno ascoltato
CONGIUNTIVO - attivo
Presente
che io ascolti
che tu ascolti
che egli ascolti
che noi ascoltiamo
che voi ascoltiate
che essi ascoltino
Passato
che io abbia ascoltato
che tu abbia ascoltato
che egli abbia ascoltato
che noi abbiamo ascoltato
che voi abbiate ascoltato
che essi abbiano ascoltato
Imperfetto
che io ascoltassi
che tu ascoltassi
che egli ascoltasse
che noi ascoltassimo
che voi ascoltaste
che essi ascoltassero
Trapassato
che io avessi ascoltato
che tu avessi ascoltato
che egli avesse ascoltato
che noi avessimo ascoltato
che voi aveste ascoltato
che essi avessero ascoltato
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CONDIZIONALE - attivo
Presente
io ascolterei
tu ascolteresti
egli ascolterebbe
noi ascolteremmo
voi ascoltereste
essi ascolterebbero
Passato
io avrei ascoltato
tu avresti ascoltato
egli avrebbe ascoltato
noi avremmo ascoltato
voi avreste ascoltato
essi avrebbero ascoltato
IMPERATIVO - attivo
Presente
-
ascolta
ascolti
ascoltiamo
ascoltate
ascoltino
Futuro
-
ascolterai
ascolterà
ascolteremo
ascolterete
ascolteranno
INFINITO - attivo
Presente
ascoltare
Passato
avere ascoltato
PARTICIPIO - attivo
Presente
ascoltante
Passato
ascoltato
 
 
GERUNDIO - attivo
Presente
ascoltando
Passato
avendo ascoltato
INDICATIVO - passivo
Presente
io sono ascoltato
tu sei ascoltato
egli é ascoltato
noi siamo ascoltati
voi siete ascoltati
essi sono ascoltati
Imperfetto
io ero ascoltato
tu eri ascoltato
egli era ascoltato
noi eravamo ascoltati
voi eravate ascoltati
essi erano ascoltati
Passato remoto
io fui ascoltato
tu fosti ascoltato
egli fu ascoltato
noi fummo ascoltati
voi foste ascoltati
essi furono ascoltati
Passato prossimo
io sono stato ascoltato
tu sei stato ascoltato
egli é stato ascoltato
noi siamo stati ascoltati
voi siete stati ascoltati
essi sono stati ascoltati
Trapassato prossimo
io ero stato ascoltato
tu eri stato ascoltato
egli era stato ascoltato
noi eravamo stati ascoltati
voi eravate stati ascoltati
essi erano statiascoltati
Trapassato remoto
io fui stato ascoltato
tu fosti stato ascoltato
egli fu stato ascoltato
noi fummo stati ascoltati
voi foste stati ascoltati
essi furono stati ascoltati
Futuro semplice
io sarò ascoltato
tu sarai ascoltato
egli sarà ascoltato
noi saremo ascoltati
voi sarete ascoltati
essi saranno ascoltati
Futuro anteriore
io sarò stato ascoltato
tu sarai stato ascoltato
egli sarà stato ascoltato
noi saremo stati ascoltati
voi sarete stati ascoltati
essi saranno stati ascoltati
CONGIUNTIVO - passivo
Presente
che io sia ascoltato
che tu sia ascoltato
che egli sia ascoltato
che noi siamo ascoltati
che voi siate ascoltati
che essi siano ascoltati
Passato
che io sia stato ascoltato
che tu sia stato ascoltato
che egli sia stato ascoltato
che noi siamo stati ascoltati
che voi siate stati ascoltati
che essi siano stati ascoltati
Imperfetto
che io fossi ascoltato
che tu fossi ascoltato
che egli fosse ascoltato
che noi fossimo ascoltati
che voi foste ascoltati
che essi fossero ascoltati
Trapassato
che io fossi stato ascoltato
che tu fossi stato ascoltato
che egli fosse stato ascoltato
che noi fossimo stati ascoltati
che voi foste stati ascoltati
che essi fossero stati ascoltati
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CONDIZIONALE - passivo
Presente
io sarei ascoltato
tu saresti ascoltato
egli sarebbe ascoltato
noi saremmo ascoltati
voi sareste ascoltati
essi sarebbero ascoltati
Passato
io sarei stato ascoltato
tu saresti stato ascoltato
egli sarebbe stato ascoltato
noi saremmo stati ascoltati
voi sareste stati ascoltati
essi sarebbero stati ascoltati
IMPERATIVO - passivo
Presente
-
sii ascoltato
sia ascoltato
siamo ascoltati
siate ascoltati
siano ascoltati
Futuro
-
sarai ascoltato
sarà ascoltato
saremo ascoltati
sarete ascoltati
saranno ascoltati
INFINITO - passivo
Presente
essere ascoltato
Passato
essere stato ascoltato
PARTICIPIO - passivo
Presente
-
Passato
ascoltato
 
 
GERUNDIO - passivo
Presente
essendo ascoltato
Passato
essendo stato ascoltato
Conjugacíon: 1 - escuchar
auxiliar: haber - transitivo
INDICATIVO activo
Presente
yo escucho
escuchas
él/ella escucha
nosotros escuchamos
nosotros escucháis
ellos/ellas escuchan
Imperfecto
yo escuchaba
escuchabas
él/ella escuchaba
nosotros escuchabamos
vosotros escuchabais
ellos/ellas escuchaban
Pretérito indefinito
yo escuché
escuchaste
él/ella escuchó
nosotros escuchamos
vosotros escuchasteis
ellos/ellas escucharon
Preterito perfecto
yo he escuchado
has escuchado
él/ella ha escuchado
nosotros hemos escuchado
vosotros habéis escuchado
ellos/ellas han escuchado
Preterito pluscuamperfecto
yo había escuchado
habías escuchado
él/ella había escuchado
nosotros habíamos escuchado
vosotros habíais escuchado
ellos/ellas habían escuchado
Preterito anterior
yo hube escuchado
hubiste escuchado
él/ella hubo escuchado
nosotros hubimos escuchado
vosotros hubisteis escuchado
ellos/ellas hubieron escuchado
Futuro
yo escucharé
escucharas
él/ella escuchará
nosotros escucharemos
vosotros escuchareis
ellos/ellas escucharán
Futuro perfecto
yo habré escuchado
habrás escuchado
él/ella habrá escuchado
nosotros habremos escuchado
vosotros habréis escuchado
ellos/ellas habrán escuchado
CONJUNTIVO - activo
Presente
yo escuche
escuches
él/ella escuche
nosotros escuchemos
nosotros escuchéis
ellos/ellas escuchen
Pretérito perfecto
yo haya escuchado
hayas escuchado
él/ella haya escuchado
nosotros hayamos escuchado
nosotros hayáis escuchado
ellos/ellas hayan escuchado
Pretérito imperfetto I
yo escuchara
escucharas
él/ella escuchara
nosotros escucháramos
nosotros escucharais
ellos/ellas escucharan
Pretérito pluscuamperfecto I
yo hubiera escuchado
hubieras escuchado
él/ella hubiera escuchado
nosotros hubiéramos escuchado
nosotros hubierais escuchado
ellos/ellas hubieran escuchado
Pretérito pluscuamperfecto II
yo hubiese escuchado
hubieses escuchado
él/ella hubiese escuchado
nosotros hubiésemos escuchado
nosotros hubieseis escuchado
ellos/ellas hubiesen escuchado
Pretérito imperfetto II
Futuro
yo escuchare
escuchares
él/ella escuchare
nosotros escucháremos
nosotros escuchareis
ellos/ellas escucharen
Futuro perfecto
yo hubiere escuchado
hubieres escuchado
él/ella hubiere escuchado
nosotros hubiéremos escuchado
nosotros hubiereis escuchado
ellos/ellas hubieren escuchado
POTENCIAL - activo
Presente
yo escucharía
escucharías
él/ella escucharía
nosotros escucharíamos
vosotros escucharíais
ellos/ellas escucharían
Perfecto
yo habría escuchado
habrías escuchado
él/ella habría escuchado
nosotros habríamos escuchado
vosotros habríais escuchado
ellos/ellas habrían escuchado
IMPERATIVO - activo
Positivo
-
escucha
escuche
escuchemos
escuchad
escuchen
 
 
 
 
 
 
 
INFINITO activo
Presente
Compuesto
haber escuchado
PARTICIPIO - activo
Presente
que escucha
Compuesto
escuchado
GERUNDIO activo
Presente
escuchando
Compuesto
habiendo escuchado
INDICATIVO pasivo
Presente
yo soy escuchado
eres escuchado
él/ella es escuchado
nosotros somos escuchados
nosotros seis escuchados
ellos/ellas son escuchados
Imperfecto
yo era escuchado
eras escuchado
él/ella era escuchado
nosotros èramos escuchados
vosotros erais escuchados
ellos/ellas eran escuchados
Pretérito indefinito
yo fui escuchado
fuiste escuchado
él/ella fue escuchado
nosotros fuimos escuchados
vosotros fuisteis escuchados
ellos/ellas fueron escuchados
Preterito perfecto
yo he sido escuchado
has sido escuchado
él/ella ha sido escuchado
nosotros hemos sido escuchados
vosotros habèis sido escuchados
ellos/ellas han sido escuchados
Preterito pluscuamperfecto
yo había sido escuchado
habías sido escuchado
él/ella había sido escuchado
nosotros habíamos sido escuchados
vosotros habías sido escuchados
ellos/ellas habían sido escuchados
Preterito anterior
yo hube sido escuchado
hubiste sido escuchado
él/ella hubo sido escuchado
nosotros hubimos sido escuchados
vosotros hubisteis sido escuchados
ellos/ellas hubieron sido escuchados
Futuro
yo seré escuchado
serás escuchado
él/ella será escuchado
nosotros seremos escuchados
vosotros sereis escuchados
ellos/ellas serán escuchados
Futuro perfecto
yo habrè sido escuchado
habrás sido escuchado
él/ella habrá sido escuchado
nosotros habremos sido escuchados
vosotros habreis sido escuchados
ellos/ellas habrán sido escuchados
CONJUNTIVO - pasivo
Presente
yo sea escuchado
seas escuchado
él/ella sea escuchado
nosotros seamos escuchados
nosotros seáis escuchados
ellos/ellas sean escuchados
Pretérito perfecto
yo haya sido escuchado
hayas sido escuchado
él/ella haya sido escuchado
nosotros hayamos sido escuchado
nosotros hayáis sido escuchado
ellos/ellas hayan sido escuchado
Pretérito imperfetto I
yo fuere escuchado
fueres escuchado
él/ella fuere escuchado
nosotros fuéremos escuchados
nosotros fuereis escuchados
ellos/ellas fueren escuchados
Pretérito pluscuamperfecto I
yo hubiere sido escuchado
hubieres sido escuchado
él/ella hubiere sido escuchado
nosotros hubiéremos sido escuchados
nosotros hubierei sido escuchados
ellos/ellas hubieren sido escuchados
Pretérito pluscuamperfecto II
yo hubiese sido escuchado
hubieses sido escuchado
él/ella hubiese sido escuchado
nosotros hubiésemos sido escuchados
nosotros hubieseis sido escuchados
ellos/ellas hubiesen sido escuchados
Pretérito imperfetto II
Futuro
yo fuere escuchado
fueres escuchado
él/ella fuere escuchado
nosotros fuéremos escuchados
nosotros fuereis escuchados
ellos/ellas fueren escuchados
Futuro perfecto
yo hubiere sido escuchado
hubieres sido escuchado
él/ella hubiere sido escuchado
nosotros hubiéremos sido escuchados
nosotros hubiereis sido escuchados
ellos/ellas hubieren sido escuchados
POTENCIAL - pasivo
Presente
yo sería escuchado
serías escuchado
él/ella sería escuchado
nosotros seríamos escuchados
vosotros seríais escuchados
ellos/ellas serían escuchados
Perfecto
yo habría sido escuchado
habrías sido escuchado
él/ella habría sido escuchados
nosotros habríamos sido escuchados
vosotros habríais sido escuchados
ellos/ellas habrían sido escuchados
IMPERATIVO - pasivo
Positivo
-
sé escuchado
sea escuchado
seamos escuchados
sed escuchados
sean escuchados
 
 
 
 
 
 
 
INFINITO pasivo
Presente
ser escuchado
Compuesto
haber sido escuchado
PARTICIPIO - pasivo
Presente
que es escuchado
Compuesto
escuchado
GERUNDIO pasivo
Presente
siendo escuchado
Compuesto
habiendo sido escuchado