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Indice

Luciano Anceschi: DIVERSE FIGURE DEL METODO

A) DELLA POETICA E DEL METODO

Preliminari A, B, C, e situazione.

 

Preliminari A. Il tema

Il tema dell'analisi è la nozione di poetica.

I motivi che sollecitano tale analisi derivano dalla conflittualità tra i vari tentativi di comprensione della nozione di poetica, in particolare, e di estetica, più in generale. Il discorso estetico contemporaneo, infatti, presenta una vasta serie di posizioni che si escludono tutte a vicenda presentandosi come rigidi dogmatismi.

Infatti, da un lato troviamo una prospettiva scientifica (Lotman), da un altro una prospettiva di riflessione del poeta sul suo stesso fare poesia (Valéry), da un altro ancora una prospettiva filosofica (idealismo e marxismo).

Preliminari B. I lessici

Persino i dizionari trattano la voce “Poetica” in modo differente: c'è chi non ne offre una trattazione autonoma (Enciclopedia Nazionale); c'è chi ne offre una trattazione teorica con riferimenti alle prospettive storiche che l'hanno prodotta (Enciclopedia Universale dell'arte); c'è chi ne offre una definizione fata del recupero delle diverse prospettive dei poeti contemporanei (Dizionario di filosofia, Abbagnano). Ad ogni modo è significativo che tutti i recuperi del termine “Poetica” siano posteriori al 1960.

Preliminari C. Brevi considerazioni in vista del metodo

Delle definizioni. L'analisi di una nozione (in questo caso di poetica) non si risolve mai in una definizione unilineare di tipo essenzialista (ad es. la poetica è ...). Ma è sempre una definizione multilineare, che tiene conto delle interne articolazioni e delle relazioni della ricerca stessa; alla fine si presenterà come ipotetica, sempre aperta a nuove variazioni.

Della domanda “che cosa è?”. Questo genere di domanda lascia aperta una infinita possibilità di risposte diverse tra loro e persino contrastanti. Solo se assunte su un piano di integrazione e comprensivo, queste ci daranno la possibilità di allargare moltissimo la possibilità della conoscenza.

Del sistema. In una tale impostazione cade l'idea di sistema, che viene sostituita da quella di sistematicità (che implica la relazione tra le risposte, che perdono il loro carattere di assolutezza e definitività).

Analisi A

La poetica come riflessione interna della poesia

Parlare della poesia è una cosa difficile, eppure è ancora più difficile non parlarne affatto: ci sono scrittori che dedicano una vita intera a parlare della poesia per dire continuamente che non se ne deve parlare. Ora, è chiaro, qui non si intende la poesia nel suo senso ontologico o di forma dello spirito, quanto piuttosto come Grande Deposito di Vissute e Viventi Esperienze dell'Uomo.

Molti sostengono che la poesia sia tale da sfuggire ad ogni assalto metodologico. E qui si evidenziano le pretese di dominio da parte dei poeti (con il diritto che nasce dalla competenza del fare) e dei filosofi sistematici (con il diritto che nasce dal dominio del concetto). Pertanto nel '900 tutti i poeti hanno proposto un proprio sistema della poesia, una poetica, ma tra tutti Valéry si è distinto come colui che ha tentato un Modello della Poetica capace di giustificare la molteplicità delle determinazioni particolari, ma che tuttavia ha finito per ripiegarsi su se stesso entro i termini di una teoria della singolare esperienza del poeta.

Paul Valéry e l'idea di poetica

Valéry pone il valore della poetica nel potere del fare. In questa prospettiva ai poeti è garantito un primato su chiunque altro voglia esprimere un proprio giudizio in merito alla poetica.

Anceschi si mostra, dunque, determinato a sostenere questa tesi. Ogni rigorosa ricerca deve, infatti, prendere avvio dalla cosa nel suo movimento reale: nel caso della poetica, dal potere del fare dei poeti.

Il potere del fare

Con qualche approssimazione, ma non senza fondamenti, si può dire che Valéry in tutte le sue opere, sia di poesia che negli scritti letterari, abbia sempre parlato, direttamente o indirettamente, di poetica.

Nel 1937, con “Introduzione alla Poetica”, tentò di dare sistemazione alle sue meditazioni.

Il risultato fu un abbozzo di sistematica: Valéry si dimostrò disposto a ricercare i lineamenti di una Poetica Generale, non più legata solo alla poesia del singolo poeta.

Gli si presentarono, dunque, davanti numerose difficoltà. Dapprima dovette stabilire l'ambito di validità e di autonomia della Poetica dalle altre attività (Storia della Letteratura, Critica del Testo, ...): l'essenza della poetica consiste nel “potere del fare”, ossia nell'analisi comparata del meccanismo dell'atto dello scrivere e delle condizioni che esso sembra esigere (ispirazione, sensibilità, ...).

Valéry si rese conto di dover tenere presente la grande “diversità delle forme” possibili; di avere a che fare con autori ciascuno dei quali può dettare un suo ordine di principi, nel carattere particolare dei codici usati; ed avvertì fortemente il bisogno di trovare tra i Codici tanto Diversi certe connessioni per avvicinarsi a proporre le strutture di un Codice Unico. Ma la prospettiva di una Poetica Generale, alla fine, si esaurì nell'estensione a tutto l'Universo della Letteratura della sua Poetica Particolare, risultandone pure un poco impoverita e indebolita da questa.

Valéry viene, dunque, assunto da Anceschi come un valido esempio di consapevole riflessione sul tema. Tuttavia, il Modello della Poetica che sia valido al di là delle singole esperienze, se verificata e legittima, dovrà essere soddisfatta altrove.

Analisi B

Preliminari

L'analisi condotta finora riguarda il tema della poetica affrontato dal particolare punto di vista dei poeti. Ora, però, è necessario mettere in rilievo anche la possibilità di altri punti di vista, che si dicono scientifici, filosofici, sociologici, ...

Anceschi introduce la figura di Jakobson che, con il suo strutturalismo e formalismo russo, pur rimanendo vicino al piano del fare poetico, propone una nuova organizzazione scientifica della ricerca sulla poetica. Infatti, “la poetica tratta di problemi di struttura verbale, esattamente come l'analisi della pittura si occupa della struttura pittorica; quindi dato che la linguistica è la scienza che investe tutte le strutture linguistiche, la poetica può essere considerata parte integrante della linguistica” [da Linguistica e Poetica, 1958].

Poetica, funzione poetica della lingua

Rispetto a Valéry, sembra proprio che Jakobson sia spinto ad essere più attento all'opera che diciamo “finita”, all'opera che vive definitivamente fuori di sé, alla cosa fatta che ai movimenti oscuri della cosa che si fa, all'opera colta nella complessità del suo farsi.

In altre parole, Jakobson propone un nuovo piano di ricerca, quello linguistico-scientifico, il quale implica diverse osservazioni:

  • il sistema della poetica identifica come proprio luogo di fondazione la linguistica, e propriamente la linguistica in senso funzionalista e strutturalista; e ciò presuppone o implica un modo nuovo e adeguato di intendere i rapporti tra lingua e poesia;

  • i rapporti tra lingua e poesia vengono studiati in rilievo, tra altre funzioni, di una funzione poetica della lingua. Il compito di tali rilievi e, nello stesso tempo, la sede del loro dichiarasi, è appunto la Poetica;

  • l'intervento risoluto della scienza sembra condurre alla proposta che c'è un Modello Unico della Linguistica, e che la Poetica è uno dei connotati costitutivi di questo modello.

Sono riflessioni ridotte allo schema; ma questi punti dello schema vanno poi significati con analisi dirette.

Alcuni ipse dixit, e limiti

Con Jakobson la poetica diventa un momento interno di una funzione poetica che non si dà solo nella poesia, ed è costitutiva di un Modella della Linguistica ricco di relazioni. Colui che fa gli studi di poetica non è più il poeta, ma lo scienziato, il linguista.

Analisi B, altre figure

Juri M. Lotman

In modo ben diverso da Jakobson, anche Lotman si è dedicato ad un esame dei rapporti tra arte e lingua; il suo studio, però, nasce da una profonda preparazione sui rapporti delle arti tra loro e sulle relazioni interdisciplinari nella prospettiva della constatazione secondo cui l'umanità è sempre stata “accompagnata” dall'arte.

Lotman si pone dal punto di vista di chi studia l'arte come evento che si attua altrove; di chi ne ricerca le leggi; di chi si occupa dei procedimenti del fare e dei suoi principi. Si distingue in lui un atteggiamento sistematico nel senso che ogni problema è connesso a logicamente con tutti gli altri, portando ad una sorta di accrescimento delle informazioni che il sistema nell'insieme può dare.

Una poetica strutturale

Anche Todorov rappresenta un punto di vista scientifico. Con lui la poetica è considerata come la teoria del fare poetico, assunto dal di fuori dell'opera con una particolare attenzione per i processi linguistici.

Tuttavia, non si può dimenticare che esistono anche altri modi di proporre la questione che fondano le loro garanzie su diverse, ma altrettanto salde, ragioni costitutive.

Considerazioni generali, e prospettive

L'analisi finora elaborata ha messo in evidenza una molteplicità di risposte, che si presentano come letterarie e scientifiche. Ora è il tempo di un tentativo di metterle in relazione tra di loro.

Prendiamo in considerazione l'Analisi A.

Valéry guarda alla poetica come la riflessione del poeta sull'opera che egli fa. La riflessione di Valéry si articola in 3 momenti:

  • l'idea di poetica nasce per così dire insieme al nascere di una ben definita e diretta azione di poesia;

  • essa tenta di erigersi in Poetica Generale, valida in tutti i casi possibili;

  • questa estensione si rivela inautentica e non raggiunta. Alla fine, essa ritrova la propria validità non già nella generalizzazione impallidita in cui è caduta, ma nel riscoprire il suo accento vero di idea che esprimere i limiti di consapevolezza di una esperienza particolare e straordinaria di poesia consapevole di se stessa.

Prendiamo in considerazione l'Analisi B.

Jakobson, Lotman e Todorov, pur nella diversità dei Sistemi che elaborano, tendono ciascuno di loro a presentare la propria risposta come Modello Scientifico Unico e Definitivo:

  • Jakobson guarda alla poetica come a parte integrante di un modello scientifico-linguistico, come funzione linguistica, di cui lo studio dei connotati letterari costituisce uno dei momenti interni con gli esiti che si sono notati, e di cui si può constatare la perdita di ogni autonomia.

  • Lotman e Todorov guardano alla poetica come a un Modello Autonomo, ma di diverso carattere, semiotico o strutturale, che tuttavia non appaiono sovrapponibili l'uno all'altro.

Se confrontiamo gli esiti dell'Analisi A con quelli dell'Analisi B possiamo elaborare delle deduzioni:

  1. riguardo al luogo in cui la ricerca si compie: in A, l'idea di poetica si istituisce nel luogo stesso in cui la poesia si fa; in B, essa si istituisce altrove, e precisamente in una zona che diremo in generale scientifico-linguistica.

  2. riguardo al punto di partenza: l'esame del rapporto tra poesia e lingua. Ma la nozione di “lingua” è diversa nei 2 ambiti: in A deriva dalla riflessione del poeta-teorico in rapporto al suo particolare modo di manipolazione della parola nel testo; in B si costruisce diversamente in base a diversi tipi di manipolazioni scientifico-linguistiche generali.

  3. riguardo al fondamento che garantisce la ricerca: in A è il “potere del fare” come opera specifica e privilegiata; in B è nel “potere del conoscere” come rilievo di leggi e norme.

  4. riguardo al rigore: in A si segue un variabile rigore letterario; in B si segue un rigore scientifico, variabile solo in base alle disposizioni contestuali.

  5. riguardo al fine: sia A che B tendono a presentarsi come Modelli Unici, Definitivi e Assoluti; entrambi, rispondendo alla domanda “che cos'è la poetica?”, hanno fiducia nella possibilità di dare una risposta che si presenta nella Forma del Concetto Essenzialista e Lineare; entrambi esigono per sé, ciascuno per sé, l'Autorità della Risposta Ultima e Conclusiva.

Analisi C

Problematica

A questo punto sembra impossibile parlare si superiorità del Modello Scientifico rispetto al Modello Letterario. Non vi è più rigore nell'uno piuttosto che nell'altro. Si tratta solo di scegliere tra un tipo di rigore e l'altro. Tuttavia, su qualunque Modello cada la scelta, sembra che si perda qualcosa rispetto alla scelta dell'altro.

Allo stato dei fatti sembra non ci siano possibilità che i due Modelli A e B possano congiungersi in un modello comune.

 

Secondo Nietzsche, l'arte (di poeti, gruppi, movimenti, correnti e persino avanguardie) sembra aver dato ampio spazio ad un atteggiamento di riflessione e critica su se stessa. Proprio come se si fosse realizzata quell'ipotesi della filosofia che vedeva nell'autocoscienza il momento conclusivo della vita dello spirito e della cultura

Modelli filosofici

Analizza 2 modelli filosofici: il neo-idealismo italiano e il marxismo critico.

Il neo-idealismo italiano svaluta l'idea di poetica rispetto a quella di estetica; essa, infatti, viene giudicata come un'estetica empirica, imperfetta e incompiuta rispetto all'estetica filosofica, la sola che possa dare un concetto universale dell'arte. Pertanto alla poetica viene revocata ogni autonomia, mentre le si concede la sola funzione di strumento della critica. Infine, da questa prospettiva, le poetiche vengono apprezzate solo quando le loro formulazioni si avvicinano a quelle della filosofia.

Il neo-marxismo critico si presenta come una prospettiva rovesciata rispetto al neo-idealismo. Della Volpe giunse ad una considerazione della poetica come rivalutazione nella poesia del molteplice e del discreto, contro l'indistinto e l'indiscreto del romanticismo idealistico e delle sue ascendenze platoniche. Egli, inoltre, avvertì la necessità di superare la ripugnanza idealistica alle regole della poesia, in nome della tecnica e dell'intelletto. Ciononostante non giunse mai ad una vera e propria analisi teorica della nozione di poetica, privilegiando comunque l'estetica

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