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 Anneo Seneca   (Cordova, tra il 4 e il 1 a. C.- Roma 65 d. C.)

Per un'approfondimento consigliamo:
"http://www2.classics.unibo.it/Didattica/LatBC/SenOtioIntro.pdf"

Per consultare le opere consigliamo:
www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT343.HTM

 Figlio di un cavaliere che, noto come Seneca il Vecchio o Seneca il retore uomo colto, si trasferì a Roma per studiare e per dare ai suoi tre figli un’adeguata educazione. Per loro Seneca il Vecchio compose una sorta di guida all’eloquenza, il trattato oggi comunemente noto come "Controversiae et Suasoriae", in cui aveva raccolto  molte declamazioni dei rétori del suo tempo.

Trascorse otto anni della sua vita in esilio in Corsica, per decisione dell'imperatore Claudio. Fece ritorno a Roma solo dopo la morte di Claudio. Compose quindi, come sorta di vendetta contro colui che l'aveva esiliato, l'opera satirica "Apocolocintosi" (che significa: trasformazione in zucca), riportata da alcuni codici anche come "Divi Claudii apotheosis per saturam".
L'intento di porre in ridicolo l'imperatore Claudio è sicuramente raggiunto con uno stile arguto, brioso e piacevole.
L'opera inizia con la descrizione della morte di Claudio. L'imperatore si presenta al concilio degli dei per chiedere l'apoteosi, ma viene ricacciato all'inferno. Nel percorso passa per Roma dove assiste ai suoi funerali, accompagnato da Mercurio. All'inferno deve difendersi dalle colpe commesse in vita, ma il suo linguaggio non viene compreso e nessuno lo ascolta. Alla fine è condannato da Eaco a giocare eternamente a dadi con un bossolo senza fondo. Sopraggiunge Caligola che lo prende come suo schiavo subendo una serie di maltrattamenti e percosse. Quindi Meandro lo incarica di istruire processi.

In questo modo vengono dileggiate le sole passioni di Claudio: giocare a dadi e fare processi.
La trasformazione in zucca, promessa dal titolo, non si riscontra forse perché l'opera ci è giunta incompleta. Quest'opera va annoverata tra le
satirae menippeae,( mescolanza di prosa e versi ad imitazione del cinico greco Menippo di Gadara) introdotte da Terenzio Varrone.